La fiducia delle imprese: «Il super bonus al 110%? Potrebbe pure sbloccare molti cantieri del sisma»

Un cantiere
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Venerdì 15 Maggio 2020, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 15:23
MACERATA - Promosso a pieni voti il superbonus nel settore dell’edilizia, con i lavori detraibili sino al 110%. Per la lode le associazioni di categoria chiedono solo qualche limatura, come quella che la cessione del credito avvenga verso le banche e non anche verso imprese che, visto che per la maggior parte sono piccole o micro, non ce la farebbero a sostenerne l’onere. Confartigianato, Cna e Confindustria esprimono comunque entusiasmo per la decisione presa dal governo. Un bonus che potrebbe far partire anche definitivcamente la ricostruzione post terremoto. Ecco perché.

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«Il provvedimento – afferma Carlo Resparambia di Ance Confindustria - è una formula che chiedevamo da tanto tempo ed è davvero potente per l’edilizia. L’ordinanza 60 relativa al sisma aveva già previsto la cumulabilità di sisma ed ecobonus qualora vi fosse stata una quota di accollo da parte dei proprietari. Se ciò venisse esteso con questo decreto andrebbe a risolvere il problema delle persone incapienti che potranno non più cedere all’impresa il credito ma agli istituti bancari. Altra valutazione che si può fare è che, visti i tempi lunghi delle pratiche per la ricostruzione, un privato che intendesse lasciare l’iter della procedura sismica e fare una pratica ordinaria quando sarà in vigore questo decreto sarà più incentivato. Forse la problematica maggiore sarà quello di riuscire a coprire la richiesta: non escludo che avremo la necessità di gestire un grosso flusso di imprese che verranno da fuori. Magari potrà essere l’occasione per quelle del nostro territorio di strutturare le imprese facendole crescere». 
Anche Pacifico Berrè, di Confartigianato, ritiene ottimo il decreto legato al superbonus ristrutturazioni, con alcuni dettagli da migliorare. «Il 110% consente di farsi un lavoro gratis – ammette il responsabile settore edile -: è un meccanismo costruito con intelligenza. Ma dov’è che non va bene? Quando il credito di imposta può essere ceduto non solo alla banca ma anche all’impresa. Aziende che sono piccole e che non hanno capienza di credito d’imposta da scaricare. Quindi sarebbe da correggere questo passaggio in modo che siano le banche l’unico soggetto cui il privato debba cedere il credito. Dico il privato perché a volte le imprese hanno con gli istituti di credito un fido, e se io impresa cedo il credito alla banca questa lo chiude e si consuma il credito lasciando senza liquidità l’azienda. Pur in presenza della ricostruzione post sisma le nostre imprese sono in grado di assorbire la mole di lavoro che potrà arrivare con il superbonus, anche perché alternano i lavori di ricostruzione agli altri». 
Anche la Cna plaude al decreto a favore del settore edile messo in campo dal governo. «E’ uno strumento importantissimo perché da un lato fa ripartire l’economia – sottolinea il responsabile, Ndricim Popa- del nostro settore dall’altro invoglia le persone a fare quei lavori che, altrimenti, magari avrebbe rinviato a tempi migliori. Poter mettere a posto la casa praticamente gratis è un incentivo grandissimo. Ciò consentirebbe anche di riqualificare quegli edifici costruiti tra gli anni ‘60 e ‘80 che necessitano di cura. Da ritoccare l’aspetto del credito d’imposta che le nostre aziende, piccole, non riescono ad assorbire soprattutto a fronte di una richiesta elevata: sarebbe il caso che la cessione sia fatta unicamente verso le banche che hanno la possibilità di assorbire questo credito». Resta quindi da vedere come verrà formulato nel dettaglio il bonus e quali saranno gli eventuali paletti che verranno messi. Resta il fatto che il settore dell’edilizia ha per ora accolto con grandissimo entusiasmo l’iniziativa del Governo, specie in un territorio come il Maceratese dove il bonus potrebbe dare una spuinta ulteriore alla ricostruzione.
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