Ambulante ucciso in strada, al processo il video dell'aggresione e la vedova di Alika scoppia in lacrime

Uccise Alika a mani nude in strada, oggi al via il processo per Ferlazzo
Uccise Alika a mani nude in strada, oggi al via il processo per Ferlazzo
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 5 Aprile 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 08:23

CIVITANOVA -  Charity Oriachi è scoppiata in lacrime davanti alle immagini che hanno ripreso gli ultimi istanti di vita di suo marito Alika Ogorchukwu durante la prima udienza del processo in Corte d’Assise al tribunale di Macerata nei confronti di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo, il 32enne nato in Austria, ma originario del Salernitano che il 29 luglio scorso ha ucciso a mani nude l'ambulante nigeriano - 39 anni da compiere - in corso Umberto I a Civitanova. Ferlazzo è stato scortato dalla polizia penitenziaria dal carcere dove è recluso dal giorno dell’assassinio fino al Palazzo di giustizia dove arriveranno anche la vedova di Alika, Charity Oriakhi, e altri parenti del nigeriano.

  



In aula la vedova, il figlio di 9 anni, e alcuni parenti chiederanno ai giudici della Corte presieduta da Roberto Evangelisti, tramite l’avvocato Francesco Mantella, di costituirsi parte civile. Anche l’Associazione immigrati nigeriani nelle Marche con l’avvocato Narciso Ricotta chiederà di entrare nel processo come parte civile. Ferlazzo è accusato di omicidio volontario aggravato e di rapina. Quel giorno l’ambulante aveva chiesto l’elemosina a Ferlazzo e alla sua compagna, «Ragazzi», avrebbe detto avvicinandosi a loro e ricevendo però un brusco rifiuto dalla donna. Alika avrebbe però insistito cercando di afferrare il braccio della compagna di Ferlazzo ma senza riuscirci, a quel punto si sarebbe allontanato dai due, ma quell’insistenza avrebbe provocato la reazione di Ferlazzo che dopo aver rincorso il nigeriano lo aveva raggiunto all’altezza della fermata dell’autobus dove c’è anche un negozio di intimo e lo aveva colpito al busto con la stampella che il nigeriano usava per camminare. Una volta a terra, il 32enne lo aveva bloccato cingendogli il collo con un braccio, mettendosi a cavalcioni su di lui e schiacciandolo a terra per almeno due minuti mentre gli tirava la testa verso l’alto. Il 32enne campano lo avrebbe poi colpito alla testa con il cellulare della vittima che poi avrebbe portato con sé (da qui l’accusa anche di rapina, ndr). Sarebbe stato l’intervento di altre persone che gli avevano detto di smetterla a far alzare Ferlazzo. 

Dopo la fissazione del giudizio immediato il difensore di Ferlazzo, l’avvocato Roberta Bizzarri, aveva chiesto il rito abbreviato ritenendo che il reato potesse essere derubricato da omicidio volontario aggravato (per il quale è impossibile richiedere il rito alternativo) a omicidio preterintenzionale, sostenendo che a incidere sul decesso di Alika possa essere stata la rottura della milza, non visibile dall’esterno.

Ma il primo marzo scorso il gip Claudio Bonifazi ha rigettato l’istanza del difensore, sarà il dibattimento a far emergere eventualmente elementi a sostegno della tesi della difesa. Se così dovesse essere, con la richiesta di abbreviato formulata, la difesa si è assicurata la possibilità che venga applicato lo sconto di pena di un terzo previsto dall’abbreviato. Oggi dunque, la prima udienza, dalla prossima verranno sentiti i testimoni indicati dalle parti e ammessi dalla Corte che fisserà anche una calendarizzazione di massima del processo.

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