PORTO SANT’ELPIDIO - Occupazioni abusive: dopo la messa in sicurezza della vecchia villa abbandonata sulla statale si prosegue per mettere ordine tra le rovine occupate da senzatetto. Il problema si è spostato dalla Statale al lungomare. In Viale Europa ci sono due casupole diroccate, attigue alla passeggiata e alla pista ciclabile, facilmente accessibili e spesso occupate da clochard e persone che vi si rifugiano per drogarsi.
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La sicurezza
Per risolvere il problema il sindaco Nazareno Franchellucci ha firmato ieri l’ordinanza di messa in sicurezza.
Con tutta probabilità questi due ruderi saranno abbattuti, anche perché in quell’area si sta realizzando una sorta di resort, un albergo diffuso, tra appartamenti e struttura ricettiva e c’è interesse a valorizzare e promuovere turisticamente quella zona da parte di alcuni privati del Nord Italia. Franchellucci ordina alla proprietà di quelle vecchie abitazioni in stato d’abbandono di porre rimedio a una situazione non più sostenibile. La direttiva del sindaco fa seguito a un sopralluogo degli agenti di polizia locale dell’11 giugno. Gli immobili in questione risultano di proprietà della la Systel Spa, società per azioni di Montegranaro, fallita il 18 febbraio 2020. Tutto è nelle mani del curatore fallimentare, Lucia Ciccalè. A lei si rivolge il sindaco per far sistemare quel complesso di costruzioni formato da due edifici indipendenti e contigui che stanno lì-lì per cedere. È di tutta evidenza il cedimento strutturale della quasi totalità dei solai di copertura e dei solai interpiano. «Le strutture portanti in muratura evidenziano un degrado strutturale generalizzato, con evidenti episodi di lesioni che comportano l’instabilità delle intere strutture» si legge nel documento pubblicato online sull’albo pretorio del Comune».
Le occupazioni
Il sindaco rimarca anche la tematica delle occupazioni abusive, che va risolta: «I due edifici indipendenti e le aree di pertinenza risultano facilmente accessibili da viale Europa in quanto non risulta presente alcun tipo di recinzione» si legge nell’ordinanza.