Balneari, crescono i timori per l'estate: «Ho ipotecato casa per lo chalet, adesso che faccio?»

Balneari, crescono i timori per l'estate: «Ho ipotecato casa per lo chalet, adesso che faccio?»
di Sonia Amaolo
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Venerdì 18 Marzo 2022, 06:50

FERMO - Si preparano le barricate nelle spiagge fermane in estate. Balneari pronti a scioperare a Ferragosto. Vogliono far sentire fino a Roma la protesta perché è alto il rischio che gli stabilimenti vadano all’asta. Entro il 31 dicembre 2023 le concessioni diventano carta straccia e si cerca disperatamente una soluzione per salvaguardare le imprese che vivono di sole e mare.

Confartigianato ieri pomeriggio ha organizzato l’incontro alla sala del volontariato a Porto Sant’Elpidio e lancia anche un appello a Confcommercio e Confesercenti.


L’invito è a fare squadra anziché protestare a Roma escludendo altre associazioni di categoria.

Così facendo si fa il gioco dell’avversario, non degli associati. Era stato Marco Ciccarelli, chalet Papillon di Porto Sant’Elpidio, a porre la questione: «Perché non vi sforzate di parlare tutti la stessa lingua e andare uniti e compatti invece di andare singolarmente?» aveva chiesto. «Ci siamo fatti imbrogliare - dice Nazario Luzi, chalet Il Grillo di Lido di Fermo -: ci hanno incartato con discorsi che non hanno mantenuto, Mario Draghi ha deciso, ma queste aste non si debbono fare. Quando è stato fatto il piano di spiaggia a Fermo mi hanno dato 10 anni per adeguarmi, ho ipotecato le case di mio padre e di mio nonno per costruire in base a quello che il piano mi obbligava a fare. Ora mi dicono che le concessioni non valgono niente ma io ci ho investito, e perdo tutto».

L’argomento è di quelli che scottano ma a Bruxelles tutto questo caldo non arriva. I gestori delle concessioni non si vedono riconosciuto il valore di imprese che portano avanti da anni e per le nuove realtà che potrebbero insediarsi è gioco facile. Niente da perdere, tutto da guadagnare. Non è necessaria la continuità nella gestione del servizio. Mauro Vanni, presidente nazionale di Confartigianato, dice: «Abbiamo presentato 16 emendamenti e bisognerà capire quali modifiche verranno attuate».


«Lo Stato - riprende - ha preso la strada delle aste pubbliche e dobbiamo trovare una soluzione giuridica affinché le nostre concessioni vengano riassegnate a noi. Dobbiamo mettere in sicurezza le nostre aziende affinché, all’evidenza pubblica, siano scoraggiati altri interessi». La Bolkestein accelera e l’Italia è impreparata. Ieri era l’ultimo giorno per presentare gli emendamenti al ddl concorrenza in Parlamento e i balneari ne hanno presentati 250 da discutere alle Camere. Dal 2033 il problema si sposta al 2023 e sale la febbre. «Già 15 anni fa suonai il campanello d’allarme, dicevo che prima o poi avremmo perso le nostre aziende – dice Luca Rovoletto della Vaca Paca a Porto Sant’Elpidio –: dobbiamo essere uniti e sbattere i pugni sul tavolo con forza. La politica ci ha portato allo sfacelo e dolo parlare di aste è pericoloso. Fermiamo le spiagge un fine settimana di agosto e vediamo quello che succede».


La politica non conta se, come dice Confartigianato, mentre si discuteva delle richieste dei balneari a Roma era già pronto un documento che chiudeva la bocca a tutti. Guido Castelli, assessore regionale al Demanio dice che nelle Marche ci sono più di 800 concessionari, 130 in provincia di Fermo e 9 milioni di visitatori «arrivano sulle nostre spiagge, dobbiamo fare sì che si proceda con la mappatura del litorale, questo abbiamo chiesto a Draghi. Superiamo abbondantemente 165mila ml di costa, non ci sono presupposti per applicare la Bolkestein nelle Marche, sono un convinto europeista ma l’Europa può sbagliare. Le Regioni sono state trattate a pesci in faccia ma la Regione dovrà sovrintendere a 826 gare» chiosa. Presenti i referenti Confartigianato di Comune, Provincia e Regione.

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