Massa Fermana, svuotato un pozzo
ma di Ines Sposetti non c'è traccia

Ines Sposetti, 80 anni, scomparsa il 7 agosto 2015
Ines Sposetti, 80 anni, scomparsa il 7 agosto 2015
di Gianluca Murgia
4 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Gennaio 2016, 09:50
MASSA FERMANA -  Il 7 agosto 2015 era una giornata afosa, da cappello di paglia a falde larghissime. Anche l'imbrunire, in soccorso di quei 30 appiccicosi gradi, era poco più di un diversivo. Tra i vicoli rimbalzavano i rumori tipici della festa del patrono, San Lorenzo, con bancarelle e cinema in piazza. 
Massa Fermana, stretta tra la provincia di Macerata e quella di Fermo, 40 km dal mare, ha 995 residenti dichiarati: quasi tutti, quella sera, erano lì. Tra questi anche Ines Sposetti 80 anni, vedova da venti del bidello del paese, un passato da operaia in una delle tante ditte di cappelli della zona, uno scricciolo di donna, esile, alta appena un metro e sessanta, scomparsa quella notte e mai più ritrovata. “Una cosa è certa, Ines non può aver fatto male a nessuno - ripete Gilberto Caraceni, sindaco di Massa Fermana -. Vorrei togliermi dalla testa tantissimi brutti pensieri, la conoscevo personalmente, era piena di vita. Tante volte sono andato a riprenderla quando si perdeva...”. 

Una passo indietro: quel 7 agosto, nonostante il caldo, Ines si era vestita di nero, con pantaloni e maglia a maniche lunghe. Nelle tasche né un documento né quel cellulare che le aveva regalato il suo compagno di Falerone, di 4-5 anni più giovane, sposato, che frequentava clandestinamente da una decina di anni. Sfumature di grigio: Rossano Ercoli, il figlio che viveva con lei (la figlia, con la sua famiglia, abita poco distante), guardia giurata in pensione, ha raccontato di un amore quasi adolescenziale, fatto di alti e bassi, con “incontri appartati e lunghe telefonate”. Quell'uomo, mai presentatosi ai figli di Ines, è stato più volte ascoltato dagli inquirenti: lui ha sempre negato ogni coinvolgimento ma l'avrebbero visto girare anche quella sera, tra Massa Fermana e la vicina Montappone, con la sua auto. 

L'iscrizione nel registro delle notizie di reato è sempre a carico di persone ignote ma la Procura di Fermo, sotto traccia, continua a indagare. Perché il giallo di Massa Fermana è una di quelle storie in cui le premesse sovrastano i fatti e i fatti, per ora, si fondono in un’unica macchia nera.  Come in quei test da psicologi ognuno ci vede qualcosa di diverso: un’aggressione, un litigio, un autostop finito male, un malore o una tragica fatalità? La certezza, al momento, è una: Ines è scomparsa senza lasciare tracce, come se fosse stata rapita dai marziani, risucchiata in una dimensione parallela o, semplicemente, diventata invisibile. 

Alcuni parenti, residenti nella campagna di Montegiorgio, a fine dicembre hanno rivelato di aver udito in quella notte di agosto un grido di dolore di una donna. Lì vicino, come ha rivelato il figlio Rossano, “qualche settimana fa, in una casa abbandonata, è stato individuato e svuotato un pozzo ma senza ottenere risultati”. 
L'ultimo avvistamento di Ines resta quello delle 20.30 del 7 agosto, davanti la Banca Marche di Montappone, a 800 metri da casa. Il figlio, fermamente convinto "che ci siano altri testimoni oculari", a quell'ora aveva invitato a casa, per cena, alcuni amici. "Conosco bene Rossano - aggiunge il sindaco -. Quando Ines scompariva era sempre il primo ad andarla a riprendere". 
Ines era uscita di casa alle 13.30 per andare a trovare la cognata in contrada Berarde. Ma lì non passò mai. Le ricerche, dopo la denuncia fatta dal figlio ai carabinieri di Falerone, intorno alla mezzanotte, sono proseguite senza sosta fino a Ferragosto. 

A nulla è valsa la task force predisposta dalla Prefettura che, dopo aver informato tutti gli ospedali della Regione, ha allargato le ricerche, grazie a vigili del fuoco e venti volontari della protezione civile, dai boschi di Montappone e Massa Fermana fino a Mogliano e Loro Piceno. 
Perché si sono attese 10 ore prima di dare l'allarme? Perché suo figlio, con cadenza regolare, doveva fare i conti con una madre che, a dispetto degli 80 anni, nonostante un principio di ischemia avuto qualche tempo prima, dimostrava una voglia di vivere da teenager, usciva di casa a piedi per poi, spesso, dopo ore, riapparire anche a venti chilometri di distanza dichiarando di essere andata alla ricerca di un amico conosciuto quando ancora guidava e ballava il liscio. 

E poi c'era l'altro uomo, di un paese vicino, che frequentava da dieci anni. Non esattamente un cameo o un’amicizia secondaria ma una vera e propria relazione, secondo i famigliari, un amore per lui extraconiugale e, vista l'età dei due, chiacchierato dal paese. 
Anche perché l'uomo, che ha poi negato ogni suo coinvolgimento, incontrava spesso la donna, frequentandola anche dopo cena, pur evitando di conoscere la famiglia di lei. Parcheggiava la sua auto blu poco distante dalla casa popolare di Ines, accendendo le quattro frecce. Era il loro segnale: un'ora d'amore, prima del ritorno a casa, mai più tardi delle 21.30. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA