Stretta sul tribunale. «E adesso riduciamo i tempi dei processi»

Stretta sul tribunale. «E adesso riduciamo i tempi dei processi»
Stretta sul tribunale. «E adesso riduciamo i tempi dei processi»
di Francesca Pasquali
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Mercoledì 11 Maggio 2022, 06:35

FERMO -  Serve a mettersi d’accordo senza finire in tribunale, ma è ancora guardata con una punta di scetticismo. Soprattutto dagli addetti ai lavori. È la conciliazione forense, più nota come mediazione. Nel Foro di Fermo sono 34 gli avvocati che la praticano. La metà delle volte riescono a mettere le parti d’accordo. Da quando è stata introdotta, nel 2011, i legali trattano sulle trecento pratiche l’anno. Un trend che è in crescita perché i tempi della giustizia sono noti a tutti e, prima di imbarcarsi in una causa che potrebbe durare anche anni, ci si pensa non una volta, ma dieci.


Ciononostante, la mediazione ancora arranca.

Eppure, se prendesse maggior piede, «riuscirebbe a deflazionare dal 30 al 40% l’attività del tribunale». A dirlo è Filippo Ventola, responsabile della sezione fermana dell’Unam, l’Unione nazionale degli avvocati per la mediazione. Che, venerdì e sabato, organizzerà la 25esima Assemblea nazionale della conciliazione forense. Circa 150 gli addetti ai lavori – tra avvocati, giuristi ed esperti della materia – attesi in città.


Si ritroveranno il 13 mattina a Palazzo dei Priori per la prima parte della due-giorni. Il pomeriggio si sposteranno al teatro comunale di Porto San Giorgio per un convegno, per tornare, sabato mattina, a Palazzo dei Priori. «Siamo avvocati che credono nella mediazione come risoluzione del conflitto», spiega Francesca Palma, delegata dell’Organismo di conciliazione forense del Distretto delle Marche e presidente dell’Unione forense delle Marche. Per la quale la conciliazione funziona «se è volontaria e qualificata, con un mediatore che non giudica, ma comprende e propone soluzioni». «Con questo spirito – dice Palma – dobbiamo sempre più diffonderla nell’avvocatura e nell’utenza, perché è un servizio per il cittadino». Di recente, anche il Comune di Fermo è ricorso alla mediazione per pacificare una vertenza sulla servitù.


Condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di azienda, risarcimento del danno da responsabilità medica, risarcimento del danno da diffamazione a mezzo stampa o con altro mezzo, contratti assicurativi, bancari e finanziari e inadempimento di obbligazioni contrattuali connesso all’emergenza Covid, le materie per le quali si può richiedere la conciliazione forense. Rivolgendosi ai mediatori, «avvocati che aggiungono la capacità giuridica allo spirito di mediazione».

E che, dopo aver frequentato un corso di 50 ore, si specializzano nelle cosiddette materie Adr, che, tradotto dall’inglese, sta per “risoluzione alternativa della disputa”. «Sistemi extragiudiziari – spiega Ventola – complementari e funzionali alla giustizia», nonché «strumenti per la sopravvivenza di una giustizia di cui abbiamo bisogno per regolare i rapporti della vita quotidiana». Se non sono ancora così diffusi, per Palma, è perché la mediazione «è vissuta come un obbligo e una limitazione della propria professionalità che, invece, noi rivendichiamo». Non solo leggi, però. A Fermo, gli esperti di conciliazione visiteranno anche la città. «È il momento di ripartire. Promuovere la città significa anche parlare di turismo convegnistico», commenta l’assessora al Turismo, Annalisa Cerretani. Che invita «tutti gli ordini professionali a organizzare sempre più convegni che possano darci respiro e visibilità».

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