Maxi cantieri per le scuole dopo il terremoto, allarme per la tagliola dei rincari: «Bisogna scongiurare lo stop»

Maxi cantieri per le scuole dopo il terremoto, allarme per la tagliola dei rincari: «Bisogna scongiurare lo stop»
di Francesca Pasquali
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Sabato 18 Giugno 2022, 07:00

FERMO - Una specie di gioco dell’oca per niente divertente. Dove, a ogni passo avanti, corrisponde il rischio di tornare al punto di partenza. È quello a cui deve giocare la Provincia con la ricostruzione delle scuole danneggiate dal terremoto del 2016. Per ogni passo avanti, che sia l’affidamento della progettazione del nuovo Liceo classico Caro, i progetti ultimati dell’Ite Mattei di Amandola e del convitto del Montani o l’inizio della progettazione del miglioramento sismico dell’Itet Carducci Galilei, il rischio è che qualcosa si metta di traverso, rallentando l’avvio dei lavori o, peggio, mettendo in pericolo i finanziamenti ottenuti.

 
I timori
La fibrillazione la causa il rincaro dei prezzi delle materie prime, schizzati in alto, più o meno un 30% in più rispetto a qualche mese fa. Nel Fermano, i plessi di competenza della Provincia danneggiati dal sisma sono 27, per un totale di 30.888.867 euro di fondi autorizzati, di cui 16.769.016 della ricostruzione. In alcuni casi i lavori sono terminati, in altri devono ancora cominciare. Il prossimo a partire sarà il rifacimento del tetto del Liceo classico.


I particolari
Alcuni interventi, come quelli del Carducci Galilei, dell’Ipsia Ricci e del biennio del Montani sono stati “spostati” nel Pnrr. Lavori, in origine, finanziati dall’Ufficio speciale per la ricostruzione, poi dirottati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con tutto quello che ne potrebbe conseguire. A partire dal rischio di perdere i soldi. Perché, a differenza delle opere finanziate coi fondi sisma, quelle del Pnrr hanno tempi più stringenti. «Siamo consapevoli di questi problemi, che sono generali e riguardano tutti.

Per questo, cerchiamo di fare i progetti esecutivi nei tempi giusti». spiega la consigliera provinciale con delega all’Edilizia scolastica, Pisana Liberati.


La strategia
«Abbiamo anche pensato - riprende - di chiedere degli acconti per cominciare i lavori e mettere un primo mattone, ma il governo dovrà prendere provvedimenti». Nei giorni scorsi, la Provincia ha spedito una lettera all’Usr, chiedendo l’aumento del 20-25% degli stanziamenti per far fronte all’incremento del costo delle materie prime.


La richiesta
All’Ufficio speciale per la ricostruzione, l’ente guidato da Michele Ortenzi ha fatto presente pure un altro problema: la necessità di trovare un posto dove spostare gli studenti, mentre nelle scuole saranno in corso i lavori. Al momento, la Provincia brancola nel buio. L’idea è di ricorrere a una manifestazione di interesse per sondare il terreno. Nel bailamme di prezzi impennati e progetti che ieri erano buoni e oggi non più, s’è inserito l’accordo quadro voluto dall’Usr: due bandi, uno per gli edifici scolastici vincolati, uno per quelli non vincolati, con un’unica gara per progettazione, servizi tecnici, collaudo e lavori.


L’elenco
Tra le scuole di competenza della Provincia, nell’accordo rientrano l’Ite di Amandola, convitto, biennio e triennio del Montani, il corpo D del Liceo scientifico Calzecchi Onesti, il corpo originale dell’Ipsia, il corpo originale e l’ampliamento del Carducci Galilei, il Liceo classico e il Liceo delle scienze umane Caro, l’Iiss Tarantelli e il Conservatorio Pergolesi.

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