FERMO - La violenza si combatte aiutando i violenti a controllare la rabbia, novità assoluta a Fermo, la Questura è seconda in regione e quinta in Italia a siglare il Protocollo Zeus per prevenire la violenza. Gli stalker possono essere aiutati. Con il protocollo i tempi degli interventi si accorciano, si incide prima che le condotte diventino penalmente rilevanti. Il questore ammonisce e l’ultimatum aiuta ad evitare l’escalation di violenza. Con questo strumento si proteggono le vittime e contemporaneamente si rieducano i loro aguzzini.
L’intesa
Il questore di Fermo Rosa Romano e il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, capo maglia in Regione per le strutture che si occupano del problema, hanno siglato il Protocollo Zeus ieri mattina nella caserma di via Italia.
I particolari
Come funziona il protocollo? Il questore fa l’ammonimento nei casi di “reati sentinella”, stalking e maltrattamenti. La persona ammonita è invitata a sottoporsi a un programma di recupero, può usufruire gratuitamente di una serie di servizi per imparare a gestire le emozioni, a controllare la rabbia. «Esistono due vie – spiega il questore –: il Codice Rosso con la denuncia penale e l’ammonimento del questore, che non è un procedimento penale». Sono stati 11 per ora gli ammonimenti, chi denuncia ha la garanzia dell’anonimato. L’ammonimento si collega all’Applicativo Scudo, tramite il quale le volanti di Polizia e il Radiomobile dei Carabinieri possono intervenire nei casi di liti in famiglia. Questi interventi permettono la creazione di un archivio informatico e così il questore ha il polso della situazione, è una sorta di schedatura dei violenti. «Oltre ad occuparci delle vittime – spiega il questore – ci occupiamo anche dei soggetti che maltrattano, persone che hanno un vissuto, certi comportamenti si originano in famiglia, si possono trattare i comportamenti devianti e risolvere, nell’85% dei casi l’effetto è stato positivo».
Il servizio
On The Road mette a disposizione gli esperti a titolo gratuito. Sindaco e presidente della Provincia sottoscrivono l’iniziativa: «Più c’è consapevolezza, più c’è deterrenza» dice Calcinaro; «fondamentale è la coesione delle istituzioni» aggiunge Ortenzi. «Coinvolgeremo tutte e 5 le province – spiega Parcaroli –: a Macerata abbiamo aperto un centro per questi soggetti e in poche settimane si sono iscritte 7 persone, segno che il progetto funziona». «In regione abbiamo avuto 15 vittime negli ultimi 5 anni – afferma Vitturini – abbiamo investito 40 milioni per le case rifugio e 9 milioni in strutture assistenziali per i violenti. Il protocollo fa miracoli, siamo pionieri nelle Marche in un campo ancora tutto da esplorare». Due figure emergono, oltre alle autorità: la dirigente della Squadra mobile Maria Raffaella Abbate che si occupa dei Codici Rossi (66 sono le denunce), e il dirigente dell’Anticrimine Francesco Costantini che registra 23 ammonimenti: «Abbiamo costituito - dice - una bella squadra, le vittime si fidano della Questura e segnalano, il lavoro delle Volanti e la banca dati Scudo sono di fondamentale importanza e i provvedimenti fatti bene sono a prova di bomba».