Dipende da Noi alza la voce: «L’ospedale è in emergenza. I politici sono inconsistenti, la sanità fermana è al collasso»

Dipende da Noi alza la voce: «L’ospedale è in emergenza. I politici sono inconsistenti, la sanità fermana è al collasso»
Dipende da Noi alza la voce: «L’ospedale è in emergenza. I politici sono inconsistenti, la sanità fermana è al collasso»
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Domenica 30 Gennaio 2022, 10:05

FERMO  - «Non è vero che la sanità fermana è la Cenerentola delle Marche? L’assessore Saltamartini ce lo dimostri». Pochi ma battaglieri, i componenti del coordinamento provinciale di Dipende da Noi, ieri mattina, si sono dati appuntamento davanti alla Prefettura.

Con lo schieramento di forze dell’ordine – Polizia, Carabinieri e Municipale – a stridere contro il gruppetto di manifestanti. Tre dei quali – Fabio Bernardini, Giusy Montanini e Giuseppe Buondonno – hanno incontrato la vicaria della prefetta alla quale hanno rappresentato i problemi della sanità fermana e consegnato l’interrogazione parlamentare del segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, inviata al ministro della Salute, Roberto Speranza.


Dipende da Noi se la prende con «l’inconsistenza dei rappresentanti del Fermano in Regione».

Per il movimento, se la situazione non migliora, la colpa è anche loro. «C’è un’emergenza che è diventata realtà di tutti i giorni. In questo territorio non si riescono a garantire livelli accettabili di assistenza sanitaria e chi dovrebbe prendere iniziative per risolvere questa situazione non lo sta facendo», dice Bernardini, uno dei coordinatori provinciali e infermiere del Pronto soccorso del “Murri”.


Per il quale, «il problema nasce da lontano, dalla carenza di medici di famiglia, e si ripercuote sull’ospedale, che è unico per tutta la provincia e con il numero più basso di posti letto per numero di abitanti». Stremati da due anni di pandemia, sui sanitari del Fermano s’è abbattuta un’altra tegola: la mancata remunerazione per le ore di servizio svolte, tra dicembre 2020 e gennaio 2021, al Fermo Forum per lo screening di massa organizzato dall’Area vasta 4. Un centinaio di lavoratori, poco meno della metà dei quali non s’è vista riconosciuta la prestazione aggiuntiva. «Sanitari richiamati da ferie o permessi, alcuni costretti con gli ordini di servizio, trattati così!», sbotta il segretario regionale della Cisl, Giuseppe Donati. Perché? Perché l’Av4 «ha applicato il regolamento Asur a una situazione d’emergenza».

«Non solo i fantomatici benefici economici sono arrivati con il ritardo di più di un anno ma, cosa vergognosa, quasi la metà degli operatori non ha percepito nulla a causa di cavilli regolamentari», denuncia Donati. Il regolamento in questione è quello che stabilisce i criteri per usufruire delle prestazioni aggiuntive, che «può andar bene in tempi di pace, ma non in una situazione straordinaria».

Morale della favola: quasi la metà degli operatori che hanno prestato servizio in quei giorni, dopo un anno, cioè adesso, sta ricevendo gli indennizzi (trenta euro l’ora). Gli altri «forse li riceveranno come straordinario o, peggio, come recupero ore». «Chi risponderà più a iniziative del genere, se poi viene trattato in questo modo?», si chiede il sindacalista. Giornata nera, quella di ieri, sul fronte decessi. Quattro le vittime del Covid nel Fermano: un 78enne di Montegranaro e un 92enne di Rapagnano, morti al “Murri”, una 97enne di Francavilla d’Ete, deceduta in casa, e un 92enne di Fermo, spirato nella Rsa di Campofilone.

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