Vaccini ai malati oncologici, la prof Berardi: «Dobbiamo iniziare subito, le altre Regioni sono già partite»

I medici chiedono di vaccinare i pazienti oncologici
I medici chiedono di vaccinare i pazienti oncologici
di Sonia Amaolo
3 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Marzo 2021, 03:10

FERMO - Focus sui malati di tumore in Provincia con due donne speciali, Rossana Berardi e Maria Solipaca. Il loro mondo è quello che più ha sofferto nell’ultimo anno perché le patologie oncologiche sono passate in secondo piano rispetto all’emergenza dettata dal Coronavirus.

Di Covid in Italia sono morte 100mila persone, di tumore ne sono morte oltre 180mila. Dati che fanno riflettere.


Il team specialistico
All’ospedale regionale di Torrette dove ha sede la clinica di oncologia diretta dalla prof Berardi, l’èquipe multispecialistica è pronta, quello che mancano sono i pazienti. L’appello che Berardi e Solipaca lanciano ai malati è invece quello di non aver paura e controllarsi. I numeri non rassicurano. L’associazione di oncologia medica registra 377mila nuovi casi nel 2020 in Italia, 183.200 morti di cancro previsti nell’ultimo report dello scorso ottobre. Vietato abbassare la guardia.


La prevenzione
Rossana Berardi è professore ordinario di Oncologia all’università Politecnica delle Marche e dirige la Clinica oncologia degli Ospedali riuniti di Ancona: «la profilassi è prioritaria per i nostri pazienti - dice - non ci sono indicazioni chiare rispetto al tipo di vaccino da utilizzare ma bisogna cominciare, ci stiamo organizzando per essere subito operativi». Altre regioni tipo Veneto, Lazio, Campania sono già partite. Berardi è anche coordinatrice regionale dell’associazione italiana di Oncologia medica e fa sapere che si sono ridotte le diagnosi da un anno all’altro, le persone non vanno all’ospedale per paura del virus ma il ritardo nelle cure può far aumentare la mortalità. «Nei primi 5 mesi del 2020 abbiamo avuto oltre 1,2 milioni di mancate o tardive diagnosi ma i reparti sono sempre stati operativi» afferma la specialista.


I questionari
Ai questionari per monitorare la situazione hanno risposto mille operatori e 700 pazienti, i reparti si sono riorganizzati nel 93% dei casi e «le oncologie non hanno mai fermato l’attività» ribadisce la professoressa che fa sapere come, tra luglio e ottobre, solo il 2% dei pazienti siano risultati positivi, percentuale salita al 3% dallo scorso dicembre.

Resta la difficile gestione dei malati, dallo screening alla diagnosi precoce, dalle terapie alla preparazione dei nuovi assunti in ospedale. Fermo ha sofferto di più su questi fronti. Maria Solipaca è medico Ant, assiste a domicilio i pazienti in fase avanzata e avanzatissima, coordina un’èquipe di 9 professionisti tra infermieri, medici, psicologi, segue 150 persone a casa e spiega «i malati ritardano i controlli e registriamo più giovani con la malattia in fase avanzata. C’è difficoltà ad accedere ai servizi, le oncologie per un periodo hanno ridotto le prestazioni. Le terapie sono rimaste indietro, c’è un ritardo nella diagnosi». Che fare? «Controllarsi, se c’è un calo di peso inspiegabile, se manca l’appetito all’improvviso, se non si è mai sofferto di mal di stomaco e cominciano i problemi bisogna rivolgersi al medico di base e fare gli esami. Purtroppo è venuto meno il rapporto diretto con il medico perché le terapie si prescrivono online ma gli esami sono fondamentali. Superati 50 anni bisogna controllarsi ogni 6 mesi, vanno mantenute tutte le visite di prevenzione».

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