I rapporti pubblicati periodicamente dall’Agenzia europea dell’ambiente non sono per nulla incoraggianti. Nel complesso in Europa non sono migliorate le condizioni dell’ambiente negli ultimi 5 anni. La valutazione dell’agenzia ha evidenziato che la maggior parte degli obiettivi per il 2020 non è stata raggiunta. L’Europa ha compiuto importanti progressi per quanto riguarda l’efficienza delle risorse e l’economia circolare. Tuttavia, stiamo assistendo a un rallentamento della marcia in alcune aree tematiche importanti quali la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, le emissioni industriali, la produzione di rifiuti, il miglioramento dell’efficienza energetica e la percentuale di energia rinnovabile. In prospettiva, se continuiamo all’attuale velocità di cambiamento non saremo in grado di conseguire gli obiettivi energetici e climatici previsti per il 2030 e il 2050. Tra i principali obiettivi mancati emerge la scarsa difesa della biodiversità. Le aree protette terrestri e marine sono ancora al palo e, ancor peggio, non riescono ad essere efficaci le misure a tutela della difesa degli habitat rete natura 2000, quelli più importanti e prioritari perché contengono le specie più vulnerabili. Dei 13 obiettivi strategici fissati in questo settore, solo due hanno buone probabilità di essere raggiunti entro il 2030: la designazione di area marine e terrestri protette. Tuttavia, se continueranno le attuali tendenze al degrado ambientale, peggioreranno la qualità dell’acqua e del suolo, che appaiono sempre più inquinati. I cambiamenti climatici stanno mostrando effetti sempre più evidenti e peggiora anche il livello dell’inquinamento atmosferico e acustico che sono sempre più legati a un peggioramento della salute umana. In Europa, l’aria sempre più inquinata da polveri sottili è responsabile di circa 400 000 decessi prematuri ogni anno. Vi è inoltre una crescente preoccupazione per le sostanze chimiche pericolose e i rischi che ne derivano. Non si tratta di essere ottimisti o pessimisti, con ogni probabilità, dati alla mano, l’Europa non riuscirà a centrare gli obiettivi fissati. Serve un cambio di passo per affrontare l’allarmante perdita di biodiversità, l’impatto sempre più forte dei cambiamenti climatici e l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali. L’Europa si trova di fronte a urgenti sfide ambientali senza precedenti e ognuno deve fare la sua parte, Italia inclusa.
* Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine