In questa rubrica settimanale affronto generalmente temi economici e sociali vicini ai miei interessi e alle mie competenze. È però difficile rimanere indifferenti all’onda di entusiasmo determinata dalle due medaglie d’oro olimpiche di Gianmarco Tamberi e Lamont Marcell Jacobs. Tanto più per il fatto che la medaglia di Gianmarco Tamberi coinvolge direttamente Ancona e le Marche. Due medaglie d’oro nell’atletica sono di per sé un risultato eccezionale per il nostro paese; due medaglie nelle specialità regine dei 100 metri e del salto in alto sono sensazionali. Ma sono state soprattutto le circostanze nelle quali sono maturate e i loro protagonisti che ne hanno fatto un evento unico e irripetibile. Un evento che ha assicurato una rilevanza mediatica al nostro paese e alla nostra regione difficilmente conseguibile con altre modalità. Anche per questa ragione, diversi commentatori hanno sottolineato non solo l’eccezionale valore sportivo, che rimane preminente, ma anche il potenziale impatto sull’economia e sulla società. Conseguire risultati a questo livello è frutto di grande impegno e determinazione individuale ma richiedono anche organizzazione e professionalità. Per questo essi producono un effetto positivo sull’immagine complessiva del nostro paese e delle sue capacità organizzative e produttive. Che si riverbera anche al di fuori dell’ambito strettamente sportivo. Anche rimanendo in questo ambito, è evidente la rilevanza economica e sociale raggiunta dallo sport. Da un punto di vista economico lo sport può considerarsi una vera e propria industria con stretti legami con una miriade di altre filiere: dalle produzioni manifatturiere connesse alle attività sportive fino ai servizi di informazione. Secondo le ultime rilevazioni Istata in Italia oltre 20 milioni di persone praticano uno o più sport con continuità, e con un andamento decisamente crescente nel tempo malgrado il progressivo invecchiamento della popolazione. Secondo stime recenti le attività sportive, professionistiche e dilettantistiche, e le connesse attività complementari generano poco meno del 3% del Pil; più dell’agricoltura. Negli ultimi anni le attività sportive sono diventate uno straordinario crogiolo di innovazioni; dalle attrezzature sportive, alla pratica fino alla fruizione degli eventi.
*Docente di Economia alla Politecnica delle Marche e coord. Fondazione Merloni