Il potenziale impatto sull’economia e sulla società delle medaglie d’oro

Il potenziale impatto sull’economia e sulla società delle medaglie d’oro

di Donato Iacobucci
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Mercoledì 4 Agosto 2021, 10:35

In questa rubrica settimanale affronto generalmente temi economici e sociali vicini ai miei interessi e alle mie competenze. È però difficile rimanere indifferenti all’onda di entusiasmo determinata dalle due medaglie d’oro olimpiche di Gianmarco Tamberi e Lamont Marcell Jacobs. Tanto più per il fatto che la medaglia di Gianmarco Tamberi coinvolge direttamente Ancona e le Marche. Due medaglie d’oro nell’atletica sono di per sé un risultato eccezionale per il nostro paese; due medaglie nelle specialità regine dei 100 metri e del salto in alto sono sensazionali. Ma sono state soprattutto le circostanze nelle quali sono maturate e i loro protagonisti che ne hanno fatto un evento unico e irripetibile. Un evento che ha assicurato una rilevanza mediatica al nostro paese e alla nostra regione difficilmente conseguibile con altre modalità. Anche per questa ragione, diversi commentatori hanno sottolineato non solo l’eccezionale valore sportivo, che rimane preminente, ma anche il potenziale impatto sull’economia e sulla società. Conseguire risultati a questo livello è frutto di grande impegno e determinazione individuale ma richiedono anche organizzazione e professionalità. Per questo essi producono un effetto positivo sull’immagine complessiva del nostro paese e delle sue capacità organizzative e produttive. Che si riverbera anche al di fuori dell’ambito strettamente sportivo. Anche rimanendo in questo ambito, è evidente la rilevanza economica e sociale raggiunta dallo sport. Da un punto di vista economico lo sport può considerarsi una vera e propria industria con stretti legami con una miriade di altre filiere: dalle produzioni manifatturiere connesse alle attività sportive fino ai servizi di informazione. Secondo le ultime rilevazioni Istata in Italia oltre 20 milioni di persone praticano uno o più sport con continuità, e con un andamento decisamente crescente nel tempo malgrado il progressivo invecchiamento della popolazione. Secondo stime recenti le attività sportive, professionistiche e dilettantistiche, e le connesse attività complementari generano poco meno del 3% del Pil; più dell’agricoltura. Negli ultimi anni le attività sportive sono diventate uno straordinario crogiolo di innovazioni; dalle attrezzature sportive, alla pratica fino alla fruizione degli eventi.

Le applicazioni di internet of things, della realtà aumentata e dell’intelligenza artificiale stanno determinando una vera e propria rivoluzione tecnologica nello sport. Solo in Italia si contano oltre 1000 start-up con attività connesse al digital sport, cioè all’applicazione di tecnologie digitali alla pratica o alla fruizione dello sport. Secondo stime della Bnl in Italia la spesa per lo sport si aggira intorno al 50 miliardi di euro annui, finanziata principalmente dalle famiglie; seguono le imprese, considerato che il 90% delle sponsorizzazioni è destinato allo sport, e i finanziamenti pubblici. Questi ultimi, sostenuti in quota maggioritaria dei comuni, sono l’unica voce calante mentre la spesa privata è in continua crescita. Sarebbe comunque riduttivo considerare l’attività sportiva solo dal punto di vista dell’impatto economico. Lo sport ha uno straordinario valore nell’ambito della sfera valoriale e dell’etica: allo sport sono associati valori come lo spirito di squadra, la disciplina, il rispetto delle regole. Anche per questo la pratica sportiva assume un ruolo fondamentale nei processi educativi e di formazione, non adeguatamente riconosciuti nel nostro paese in cui è ancora diffusa l’idea che la pratica sportiva è in contrasto con gli impegni di studio o di lavoro. Intanto godiamoci la soddisfazione di queste due medaglie. Esse stimoleranno un ulteriore interesse per la pratica sportiva e questo è già di per sé positivo. Sarebbe un risultato ancor più notevole se contribuissero ad invertire la tendenza al calo dell’investimento pubblico nello sport e soprattutto, se riuscissero a determinare una maggiore considerazione della pratica sportiva all’interno dei processi formativi. C’è da augurarsi che Gianmarco Tamberi e Lamont Marcell Jacobs siano ricevuti e ascoltati non solo dal Presidente del Consiglio ma anche dal ministro della pubblica istruzione. 

*Docente di Economia alla Politecnica delle Marche e coord. Fondazione Merloni

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