Ho letto con un po’ di sconcerto la lettera-opinione del professor Caputo Barucchi, che con piacere conosco, sulla questione del cambiamento climatico. In essa si sostiene che i cambiamenti ci sono sempre stati, anche drastici, e che i ragazzi che imbrattano le tele in difesa del clima farebbero bene a stare a casa. La mia è una formazione scientifica (sono medico) ma non credo sia necessaria una laurea o un dottorato per capire di cosa stiamo parlando. Personalmente ho imparato di più sul clima navigando a vela per cinquant’anni, in giro per il Mediterraneo, piuttosto che frequentando alcuni corsi di meteorologia. Il problema è sotto gli occhi di tutti, e non è nel fatto che questa estate sia stata molto calda (la più fresca dei prossimi vent’anni però, dice qualcuno). Caldo o fresco sono categorie soggettive, fino a che non si cominciano a mettere in fila alcuni dati. In questa estate ogni fronte di aria fresca che è arrivato dall’Atlantico, come normalmente arriva in estate a mitigare il caldo, ha prodotto eventi catastrofici in pianura Padana. Sappiamo che questo, in questa misura, non era mai successo. Chiunque vada in mare dice che le burrasche, sì, le abbiamo sempre avute ogni tanto, ma ora sono di una violenza ed una rapidità di insorgenza che sfuggono persino ai criteri di previsione che sono oggi molto più sofisticati di venti anni fa. Stiamo cominciando a percepire il cielo come ostile, non lo scrivo per catastrofismo. Chi ha pratica, come noi velisti, e per anni ha guardato in cielo per capire il tempo sa che oggi lo vediamo spesso “disturbato”, iroso direi, come se dovesse vendicarsi di qualcosa. Più prosaicamente, l’energia in gioco è molto maggiore di prima, e quando si incontrano masse di aria molto calde con masse fredde ciò che succede è proporzionale alla differenza di temperatura. Più alta la differenza, più violenti i fenomeni. Tornando alla lettera del professor Caputo Barucchi, i cambiamenti nel passato, è vero, ci sono stati, ma accadevano in decenni e a volte secoli, non in pochi anni. Non abbiamo bisogno di scomodare l’asse terrestre o le macchie solari per capire cosa succede ora.
* Presidente di Assonautica di Ancona
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