Pensioni, cedolino gennaio 2024 e date di pagamento: il calendario e gli aumenti in arrivo con la rivalutazione

Pensioni, cedolino gennaio 2024 e date di pagamento: il calendario e gli aumenti in arrivo con la rivalutazione
Pensioni, cedolino gennaio 2024 e date di pagamento: il calendario e gli aumenti in arrivo con la rivalutazione
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Mercoledì 20 Dicembre 2023, 15:58

Pensioni gennaio 2024, nei prossimi giorni online il cedolino Inps. L'Isitituo è al lavoro per la pubblicazione sul proprio portale, solitamente visibili entro il 20 del mese ma in questo caso potrebbe servire qualche giorno in più. L'importo dovrebbe inoltre essere maggiore in virtù della rivalutazione al rialzo. 

Date pagamenti pensioni

Solitamente il pagamento delle pensioni avviene a partire dal primo giorno del mese. Il primo gennaio tuttavia è un giorno festivo e per questo motivo il pagamento slitterà al primo giorno bancabile che, nel prossimo mese, corrispone al 3 gennaio. Allo stesso modo anche il pagamento di sabato 6 gennaio slitterà a lunedì 8.

Il calendario dei pagamenti

  • mercoledì 3 gennaio 2024:  cognomi da A a B
  • giovedì 4 gennaio 2024: cognomi da C a D
  • venerdì 5 gennaio 2024: cognomi da E a K
  • lunedì 8 gennaio 2024: cognomi da L a O
  • martedì 9 gennaio 2024: cognomi da P a R
  • mercoledì 10 gennaio 2024: cognomi da S e Z


Chi, invece, riceve il pagamento su un conto corrente postale o bancario oppure ritira la pensione presso lo sportello bancario, può procedere al ritiro già a partire da mercoledì 3 gennaio.

Gli aumenti a gennaio

Aumenti in arrivo per le pensioni nel 2024, ma non tutti vedranno accreditarsi delle somme così più alte. Infatti, per gli over 75 che ricevono un assegno inferiore al trattamento minimo, la pensione sarà sì più alta ma con una differenza ridotta. Il motivo è che viene tagliato l'incremento straordinario applicato nel 2023.

Gli aumenti per le minime

Nel 2023 chi riceveva la pensione minima o inferiore (pari a 567,94 euro), ha ricevuto un incremento straordinario dell'1,5% salito al 6,4% per gli over 75 dopo l'ok del governo Meloni. Quest'anno quindi l’importo massimo della pensione minima per chi ha almeno 75 anni può arrivare a un massimo di 604,28 euro.

Le novità del 2024

Nel 2024 la rivalutazione straordinaria sulle pensioni minime continuerà a essere riconosciuta, in misura maggiore ma senza distinzione per gli over 75.

E per questo la differenza sarà minima. Il tasso di rivalutazione delle pensioni pari al 5,4% (e la soglia minima salirà a 598,60 euro). Sotto questo importo, si avrà diritto all’integrazione al trattamento minimo ma solo nel caso in cui se ne soddisfino le condizioni. Per tutti, non solo per gli over 75, la pensione minima può salire al massimo a 614,76 euro, quindi appena 10 euro in più rispetto a quest’anno. Laddove l’incremento del 6,4% fosse stato confermato, invece, la soglia della pensione minima sarebbe salita a 636,91 euro.

Gli altri aumenti per i pensionati

Esistono poi altri aumenti che con il trascorrere degli anni vengono riconosciuti a coloro che hanno l’assegno inferiore al trattamento minimo e che vengono applicate su richiesta del pensionato. La prima spetta al compimento dei 60 anni: ha un importo di 25,83 euro. Dopodiché, al compimento dei 65 anni, l’importo sale a 82,64 euro. Infine, al compimento dei 70 anni c’è il cosiddetto incremento al milione, d’importo pari a 136,44 euro ridotto a 124,44 euro per i percettori della quattordicesima. Questo aumento può spettare già prima dei 70 anni, in quanto per ogni 5 anni di contributi (fino a un massimo di 25 anni), il requisito anagrafico si riduce di un anno. Nel migliore dei casi, quindi, l’incremento spetta già a 65 anni.

Le simulazioni

Adeguamento pieno all'inflazione per le pensioni fino a 4 volte il minimo, sotto cioè 2.000 euro circa, al 90% per quelle tra 4 e 5 volte il minimo, e al 22% (con un taglio rispetto al 32% delle norme in vigore quest'anno) per quelle più alte, ovvero sopra 10 volte il minimo, pari a circa 5.000 euro al mese. La nuova indicizzazione sale quindi dall'85% (previsto nella precedente legge di bilancio) al 90% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.000-2.500 euro circa); viene confermata al 53% per gli assegni pari a 5-6 volte il minimo; al 47% per quelli tra 6 e 8 volte; al 37% per quelli tra 8 e 10 volte. Viene infine ridotta dal 32% al 22% per i trattamenti superiori a 10 volte il minimo.

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