Tenendo a sottolineare che fino a qualche anno fa andava pure a caccia e aveva pure una «buona mira». La storia di questo sacerdote di campagna che pur di difendere la sua casa canonica è pronto a imbracciare la carabina, è stata raccontata stamani dall'edizione umbra de La Nazione. L'articolo prende spunto dal recente furto subito da don Antonio, con i ladri che gli hanno rovistato e messo sottosopra casa, portandogli via anche una vecchia pistola Berretti degli anni '30 del secolo scorso che il prete tiene a sottolineare come fosse «regolarmente denunciata» così come i due fucili che possiede.
Alla domanda cosa fa un prete armato, l'anziano sacerdote non esita a ribadire di «credere nella legittima difesa» e lo fa anche pensando se avesse incrociato i ladri dentro la sua casa. Si definisce un «prete contadino, un pastore di anime e del corpo» e quando dice di non aver paura di vivere in un posto isolato lo fa raccontando che ha comunque il telefono e «dalla mia casa vedo le luci delle altre abitazioni in lontananza e poi ho il mio salvavita» alludendo ai due fucili.
I carabinieri, allertati dal sacerdote dopo il furto, hanno ritrovato la foderina della pistola rubata, ma don Antonio non l'ha rivoluta indietro perché dice di non saperne cosa fare senza l'arma.
Trova il modo invece di ringraziare la Madonna, stando sempre al racconto della Nazione, per il fatto che i balordi non sono riusciti a trovare una busta contenente 200 euro che il prete aveva nascosto nella cornice di un armadio.