Intercettazione choc del padre di Saman: «Ho ucciso mia figlia per la mia dignità e il mio onore»

L'uomo fuggito in Pakistan insieme alla moglie, dal 10 marzo prossimo il processo ai familiari

Saman Abbas, l'intercettazione choc del padre: «Ho ucciso mia figlia per la mia dignità e il mio onore»
Saman Abbas, l'intercettazione choc del padre: «Ho ucciso mia figlia per la mia dignità e il mio onore»
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Venerdì 23 Settembre 2022, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 12:03

«Ho ucciso mia figlia»: il padre di Saman Abbas confessò in una telefonata a un parente in Italia l'omicidio della figlia, quando era passato poco più di un mese dalla scomparsa della ragazza. Era l'8 giugno del 2021, e Shabbar Abbas era ormai fuggito per il Pakistan insieme alla moglie. 

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La scomparsa da Novellara

La conversazione è agli atti del processo che inizierà a febbraio a carico dei familiari della diciottenne sparita dalla notte del 30 aprile 2021 da Novellara e che gli inquirenti, Procura e carabinieri di Reggio Emilia, sono sicuri sia stata assassinata, perché rifiutava di sposare un cugino in patria e voleva andarsene di casa. Il 10 febbraio 2023 andranno a processo a Reggio Emilia i tre familiari di Saman arrestati all'estero, Francia e Spagna, nei mesi scorsi: lo zio Danish Hasnain e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, oltre ai genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, entrambi ancora latitanti in Pakistan. 

La telefonata choc

 

«Per me la dignità degli altri non è più importante della mia (...) - diceva Shabbar al parente nella telefonata intercettata - Io ho lasciato mio figlio in Italia (il fratello minorenne di Saman ora affidato a una comunità protetta, ndr).

Ho ucciso mia figlia e sono venuto, non me ne frega nulla di nessuno». Lo stesso familiare, sentito dai carabinieri il 25 giugno di quell'anno, ha riferito che il padre di Saman lo aveva chiamato per intimargli di non parlare di lui. «Io sono già rovinato - le parole di Abbas nel racconto del parente - avete parlato di me in giro, non lascerò in pace la vostra famiglia». E ancora: «Io sono già morto, l'ho uccisa io, l'ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore. Noi l'abbiamo uccisa», senza fare nomi specifici, ma intendendo con 'noì, ha spiegato sempre il parente ai carabinieri, il contesto familiare.

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