Malato incurabile sceglie di morire in diretta Facebook: «Stop alimentazione e cura, ci vorranno 5 giorni»

Malato incurabile sceglie di morire in diretta Facebook: «Stop alimentazione e cura, ci vorranno 5 giorni»
Malato incurabile sceglie di morire in diretta Facebook: «Stop alimentazione e cura, ci vorranno 5 giorni»
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Venerdì 4 Settembre 2020, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 11:00
Un francese di 57 anni, colpito da una malattia rara e incurabile, ha deciso di interrompere ogni cura e di diffondere in diretta su Facebook la fine della sua vita, dopo che il presidente, Emmanuel Macron, gli ha detto di non poterlo aiutare a morire.

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Alain Cocq, questo il nome dell'uomo, soffre di una malattia estremamente rara, per la quale le pareti delle arterie si incollano, provocando una ischemia. Inchiodato a letto dai dolori da anni, impossibilitato a muoversi, Cocq aveva chiesto di essere autorizzato alla sedazione profonda, una pratica che la legge francese sul fine vita (la legge Leonetti) consente soltanto quando mancano poche ore ad una morte sicura. «Ho deciso di dire stop» ha annunciato Cocq che ha di recente descritto ai media il suo calvario, fatto di 9 operazioni in 4 anni, scariche elettriche nel corpo «ogni due o tre secondi», l'intestino che «si svuota in una sacca»...«non ho più una vita dignitosa», ha ripetuto.

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Cocq aveva scritto all'Eliseo chiedendo che Macron autorizzasse un medico a prescrivergli uno psicofarmaco per «morire in pace». «Non mi pongo al di sopra delle leggi - gli ha risposto Macron in una lettera - quindi non sono in grado di rispondere alla sua richiesta. Non posso chiedere a nessuno di andare oltre il nostro quadro legale attuale». Cocq ha comunicato ora di voler «cessare ogni alimentazione, idratazione e cura, salvo i calmanti, da questo venerdì al tramonto». «Con emozione .- gli ha scritto Macron - rispetto questa decisione».
Alain Cocq diffonderà da domani mattina sulla sua pagina Facebook l'agonia che ritiene durerà «quattro o cinque giorni» con l'obiettivo di combattere «per una legge che consenta la 'cura estrema'».


 
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