Sicurezza urbana: Daspo agli spacciatori
e pugno di ferro ​contro gli accattoni

Sicurezza urbana: Daspo agli spacciatori e pugno di ferro ​contro gli accattoni
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Giovedì 17 Settembre 2015, 19:11 - Ultimo aggiornamento: 19:12
ROMA - Daspo agli spacciatori, con il divieto di accedere a discoteche e locali pubblici, pene più severe per chi commette reati predatori (furti, scippi e rapine), misure per rafforzare il contrasto a condotte lesive del decoro urbano.





Sono alcune delle misure, secondo quanto si apprende, previste dalla bozza del disegno di legge sulla sicurezza urbana presentata dal ministro dell'Interno Angelino Alfano ai sindaci delle aree metropolitane.



Il disegno di legge si articola in tre parti: sicurezza delle città, decoro urbano e manifestazioni pubbliche. Nella prima parte si prevede l'inasprimento delle pene per i reati predatori e un maggiore contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, attraverso l'introduzione di una sorta di Daspo a coloro i quali sono già stati denunciati per reati analoghi: dovranno stare lontani da determinati luoghi, quali ad esempio le discoteche e i locali pubblici, scuole comprese.



Il disegno di legge introduce poi ulteriori misura per «rafforzare il contrasto a condotte lesive del decoro urbano», quali «l'accattonaggio invasivo e il deturpamento», e conferisce un maggiore potere d'ordinanza ai sindaci, ampliandone gli ambiti d'intervento come previsto dall'articolo 54 del testo unico sugli enti locali.



L'obiettivo è quello di consentire ai primi cittadini di contrastare con più incisività comportamenti che pur non costituendo reato - bivacchi, commercio ambulante abusivo, accattonaggio - rendono più difficile per i cittadini l'utilizzo dei luoghi pubblici.



La parte sulle manifestazioni pubbliche, infine, prevede un «più incisivo contrasto al travisamento e al mascheramento» durante i cortei, introducendo l'arresto differito come già avviene nel calcio.



Viene introdotto anche il codice identificativo di reparto per le forze dell'ordine: significa che ogni reparti impegnato in ordine pubblico avrà un numero che lo identifica. Nessun codice, invece, è previsto per i singoli operatori.
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