Coronavirus, per il boom di nuovi casi di Covid19 a Pechino la Cina ha trovato un colpevole: «Colpa del salmone importato dall'Europa». Dal pipistrello al salmone - «importato dall'Europa» - passando per il pangolino. Da un mercato di Wuhan a un mercato di Pechino. Mesi dopo i primi di casi di coronavirus segnalati dalle autorità cinesi, accusate di poca trasparenza e ritardi, mesi dopo le prime teorie sulle origini della pandemia, sul banco degli imputati finisce una delle prelibatezze della tavola.
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La Cina, scrive il South China Morning Post, ha sospeso le importazioni di salmone dai fornitori europei. Prima del salmone, era stato incastrato il tagliere su cui veniva tagliato il salmone - «importato» - nel mercato di Xinfadi, il nuovo focolaio che fa tremare il gigante asiatico. Così, scrive il giornale di Hong Kong, i principali supermercati di Pechino hanno fatto sparire il salmone dagli scaffali. La paura cresce tra i consumatori e il salmone scompare dalle carte dei ristoranti, un duro colpo per i giapponesi, anche se per gli esperti è molto difficile che il pesce di per sé possa aver veicolato il virus. Ma il salmone - «importato» - è stato comunque incastrato. Tutto mentre i media ufficiali cinesi rilanciavano notizie secondo cui il nuovo ceppo di Pechino sembrerebbe avere somiglianze con quello europeo ed essere «diverso» - come ha detto Wu Zunyou, capo degli epidemiologi cinesi del Centro di controllo e prevenzione delle malattie - da quello dell'epidemia dei mesi scorsi.
Norvegia: «Epidemia di Covid19 a Pechino non dal salmone importato». La Norvegia ha affermato che il suo salmone non è stato la causa dell'epidemia di Covid19 che si è verificata nei giorni scorsi a Pechino, che ha portato allo stop delle vendite. «Il caso è in fase di risoluzione», ha dichiarato il ministro della pesca Odd Emil Ingebrigtsen. «Oggi stiamo lavorando ai dettagli e posso confermare che la questione sembra essere stata risolta».
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