Tortoreto, una folla di pescatori
per l'addio ai marinai ​travolti da un Suv

Tortoreto, una folla di pescatori per l'addio ai marinai ​travolti da un Suv
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Lunedì 21 Dicembre 2015, 16:49 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 22:58

TORTORETO - “Ci sono tragedie che ti spezzano il cuore e ti lasciano senza fiato. E che dovrebbero essere evitate. Purtroppo però non possiamo scegliere come morire ma solo come vivere e la vostra presenza mi fa capire come Marco e Graziano hanno vissuto".


Sono queste le parole pronunciate da Padre Cristoforo, ieri mattina, davanti a migliaia di persone che hanno voluto tributare ai due sfortunati marinai investiti e uccisi da un Suv guidato da un automobilista ubriaco l'ultimo saluto.

Un saluto commosso a due persone che "hanno trasmesso amore" - hanno ripetuto nella loro omelia don Gregorio e padre Cristoforo -. Due persone perbene, due marinai abituati al sacrificio. Le loro vite spezzate sulla strada del lavoro, poco prima di imbarcarsi.

Alle due di sabato scorso il Suv guidato da un agente di commercio inglese li ha travolti ed uccisi sul colpo. Ieri, all'interno della chiesa di Santa Maria Assunta, le due bare erano a fianco l'una all'altra, insieme, come lo erano in vita, a lavoro.

"Lasciamogli prendere il largo - ha detto Padre Cristofaro - Marco penserà ai motori e Graziano alle reti. Reti che saranno piene non di pesce ma di amore". Commozione, dolore e ancora tanta incredulità sui volti di tutti, per una tragedia evitabile. Un dolore straziante quello delle famiglie. Della moglie Rina e della figlia sedicenne di Graziano, Sara, rimasta senza il suo faro, quel papà che si "faceva in quattro per lei".

E poi la fidanzata di Marco, Veruska, e i genitori Mario e Michelina. C'erano davvero tutti ai funerali di Marco e Graziano: i sindaci dei tre comuni della Val Vibrata, Tonia Piccioni per Alba, Paolo Camaioni per Martinsicuro ed Alessandra Richi per Tortoreto. Stretti attorno ai familiari le comunità di pescatori di Tortoreto, Giulianova e San Benedetto.

E poi gli amici dell'Onda, la volante su cui erano imbarcati. In testa l'armatore Vincenzo Speca e Gino Ruggeri. E ancora gli amici del motopeschereccio Alessandro e quelli delle 500.

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