SAN BENEDETTO - Allargamento dell’isola pedonale in centro, il dibattito torna d’attualità. «Su via Risorgimento gli studi sono stati fatti: quella strada può essere tranquillamente pedonalizzata. Ora serve la volontà politica». Lo dice, chiaro e tondo, Luigi Giammarini.
Le parole del noto imprenditore (con interessi su quella strada) arrivano pochi giorni dopo l’uscita dell’assessore comunale Bruno Gabrielli: delegato a viabilità e urbanistica. Quest’ultimo, in un intervento sul Corriere Adriatico, aveva detto di voler promuovere un nuovo, importante, studio sui flussi del traffico lungo la Riviera, così da raccogliere dati per poi decidere concretamente dove e come intervenire per migliorare complessivamente la mobilità urbana.
Ebbene, con questa premessa, Giammarini ricorda il recente passato.
«Questo è un falso problema - sottolinea ancora Giammarini -. Già in passato, durante la campagna elettorale tra Perazzoli e Piunti, era stato evidenziato che poteva essere sviluppata una particolare convenzione, per mettere a disposizione dei residenti il vicino parcheggio sotterraneo a pagamento di piazza Nardone. Ma diciamocelo chiaramente: a San Benedetto troppe persone vogliono parcheggiare la propria auto direttamente sul comodino di casa». Così, l’imprenditore chiede all’amministrazione Spazzafumo di tornare a valutare questo vecchio progetto: «Continuare a mantenere via Risorgimento aperta al traffico è un assurdo urbanistico. Spero che l’assessore Gabrielli acquisisca gli studi già effettuati dai tecnici municipali e prenda, finalmente, la decisione più giusta. Una decisione che darebbe nuova linfa a tutta la strada, dove sempre più attività commerciali hanno già chiuso».
Va poi evidenziato che la creazione di nuove isole pedonali è uno dei propositi inseriti nel programma con cui la formazione civica guidata da Antonio Spazzafumo ha vinto le ultime elezioni amministrative. Nel testo, infatti, si prevede di «incrementare gli spazi riservati a pedonalità e ciclabilità, diversificare il trattamento del suolo e i sistemi di illuminazione, incrementare ove possibile le dotazioni vegetali e qualificare gli arredi urbani». Vengono anche evocati strumenti operativi come le Zone a traffico limitato (porzioni di città dove possono entrare solo determinati mezzi autorizzati) e Zone 30, ossia aree dove il limite di velocità è particolarmente stringente.
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