Non c'è più posto per i rifiuti e per smaltirli si deve spendere il doppio, allarme per le bollette dei cittadini che rischiano di aumentare

Il Comune di San Benedetto
Il Comune di San Benedetto
di Alessandra Clementi
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Giovedì 2 Giugno 2022, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 02:46

SAN BENEDETTO - Il sacchetto dei rifiuti dove lo metto? È questo il dilemma di fronte al quale si trova il Comune di San Benedetto a seguito dell’assenza di spazi dove conferire che ha imposto di portare l’indifferenziata fuori provincia con un costo che supera il doppio di quello del passato. Questione affrontata martedì sera in maggioranza e che tornerà in discussione domani alla presenza dell’amministratore delegato della Picenambiente Leonardo Collina.

 
Le motivazioni
C’è stato un problema che ha riguardato l’impianto per il Trattamento meccanico biologico presente a Relluce e che richiede una manutenzione importante. A questo si è aggiunto l’assenza di spazi e quindi di vasche dove conferire. Da qui la necessità di trovare un’altra discarica per conferire l’indifferenziata. A oggi i rifiuti vengono trasferiti a Fano con un aumento dei costi passati da 90 a 200 euro a tonnellata, dati dai costi di trasporto e di smaltimento. Comporta infatti un aggravio dei costi per 100mila euro al mese, ma si sta prendendo contatti per tornare in bacino quindi in provincia operazione che sarà possibile non prima di settembre se non addirittura verso la fine dell’anno. La vasca zero potrebbe dare 15 anni di stabilità, mentre la vasca 7 fino a tre anni. Vasca zero a oggi sponsorizzata da Picenambiente e la vasca 7 da Ascoli Servizi. Un esubero di costi pesante che negli anni andrà a ricadere sul costo della tassa rifiuti.

Argomento che è stato al centro dell’ultima riunione di maggioranza dove le soluzioni poste sul tavolo sono state due: tornare a Relluce o andare alla vasca zero. Quest’ultima è una vasca già esistente presso Poggio di Bretta attualmente privata che a seguito di un accordo tra Picenambiente insieme ad Ascoli Servizi con la Geta farebbe diventare la discarica a uso pubblico. Prima si procederebbe con un riavvicinamento del conferimento a Fermo per poi tornare in provincia. Senza dimenticare che attualmente l’umido viene conferito addirittura in Romagna. Discussione però terminata senza una decisione ma convocando l’amministratore di Picenambiente Collina per avere un quadro più esaustivo. 


Le polemiche
Altro argomento che divide la politica picena è quello del biodigestore che già in sede di assise ha visto a favore il giovane consigliere Simone De Vecchis contro il collega Paolo Canducci che ha parlato di un intervento che sarebbe sproporzionato e inutile. Lo scorso anno vennero votati gli indirizzi del piano d’ambito scegliendo la strada del biodigestore di Relluce, attraverso il quale l’umido viene trasformato in gas, mentre per quanto riguarda le discariche resterebbe la scelta tra la vasca zero di Geta a Poggio di Bretta per 900mila metri cubi e la discarica di Relluce. Intanto Geta avrebbe fatto sapere che in caso di realizzazione della vasca zero cederebbe tutto ad Ascoli servizi e a Picenambiente. Altra partita si gioca sul terreno del Pnrr che anche per i rifiuti ha previsto per il territorio Piceno 36milioni di euro, da dividere in 18milioni per eventuali investimenti sull’installazione di isole ecologiche e per dare il via al nuovo sistema di tariffa puntuale.

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