San Benedetto, Simona Bonamassa dal Linguistico ai cantieri: «Fare il muratore (a 23 anni) mi dà gioia»

Diplomata al liceo ha abbattuto il muro dei pregiudizi: «Sono felice, qui mi rispettano tutti»

Simona Bonamassa dal Linguistico ai cantieri: «Fare il muratore (a 23 anni) mi dà gioia»
Simona Bonamassa dal Linguistico ai cantieri: «Fare il muratore (a 23 anni) mi dà gioia»
di Stefania Serino
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Domenica 18 Febbraio 2024, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 16:12

SAN BENEDETTO - «Felice colui che ha trovato il suo mestiere; non chieda altra felicità». ll muro di cristallo dell’edilizia è stato infranto. A demolire il confine che ha sempre tenuto le donne lontane dai cosiddetti mestieri da uomini ci ha pensato una ragazza di 23 anni che risiede a Castel di Lama ma che si è diplomata a San Benedetto. Simona Bonamassa si è infatti diplomata al liceo linguistico di San Benedetto del Tronto, ma dopo il suo percorso di studi, ha deciso di andare a lavorare. Dove? In cantiere. E le piace molto.

Il cantiere

Sicuramente si tratta di un ambiente ancora prettamente al maschile ma la ventitreenne si è già guadagnata la stima di tutti i colleghi.

Il muratore d’altronde è un lavoro molto duro che mette a dura prova il fisico ma Simona fa spallucce e non ha paura. «Tuttoè iniziato perché un mio collega cercava un operaio che lo aiutasse, mio fratello aveva fatto parte già della ditta in questione e ascoltando il loro discorso mi sono offerta volontaria. A quanto pare mi hanno presa sul serio, poi ho incontrato il capo della ditta e sono stata assunta». Alzarsi quando fuori è ancora buio, lavorare in balia delle intemperie in inverno o del caldo asfissiante d'estate. Nulla la spaventa.

La fatica

Simona ama il suo lavoro e ne va fiera: «La fatica dipende dal tipo di lavoro che fai, sollevare carichi pesanti è possibile con l’ausilio di macchinari ed altri colleghi e attrezzature. Tra di noi c’è un bel rapporto, vengo rispettata da tutti». Quanto ai pregiudizi, le battute di certo non la scalfiscono, anzi Simona difende con le unghie e con i denti un mestiere che vuole imparare a pieno dai maestri del settore: «Critiche ne ricevo pochissime, semmai quando mi chiedono che lavoro svolgo c’è una certa curiosità, qualcuno mi domanda se ce la faccio fisicamente. Critiche negative comunque le abbatto subito. Io sono la prima a dire alle donne che possono farcela, molte pensano di non esserne in grado e secondo me non è così». L’edempio di Simona è sicuramente uno dei pochi, se non l’unico nella provincia di Ascoli ma comincia a fare breccia anche a livello nazionale come dimostrano le statistiche.

Le statistiche

Stando i dati Istat circa cinque anni fa, le donne impiegate nel settore delle costruzioni rappresentavano circa il 3%, un dato che solo pochi anni dopo è raddoppiato (6%). Secondo Almalaurea, poi, le laureate in ingegneria edile sono ben 56,2%. Inoltre, il 68% delle dipendenti donne nell’edilizia sono impiegate, mentre il 4,5% sono operaie. Le imprenditrici edili sono circa tremila, ossia il 14,4% delle lavoratrici autonome. L’edilizia tradizionale impone carichi di lavoro pesanti e non tutte le donne, come del resto gli uomini, accettano di fare questa vita. Ma quelle donne che si avvicinano e trovano le giuste motivazioni per rimanere, portano benefici all’impresa e a tutto il comparto, un settore trainante della nostra economia. «A me questo lavoro piace - ribadisce Simona - spero di poter proseguire per molto tempo, c’è tanto da imparare, è poco più di un anno che sono in questo settore, quindi spero di poter acquisire ancora più esperienza per poter continuare».

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