SAN BENEDETTO - E’ stata un’infezione a causare la morte Lorenzo Squillace. È quanto emerso dall’autopsia che è stata eseguita sul corpo del diciottenne dalla quale, nelle prossime settimane, dovrebbero venire fuori altri dettagli legati all’analisi dei campioni prelevati dal medico legale. I primi dati emersi confermano comunque le prime ipotesi che parlavano di un’infezione della cui presenza, purtroppo, ci si è accorti forse troppo tardi.
Il ricovero
Quando Lorenzo, sabato, è arrivato in ospedale accompagnato dalla madre, la situazione era ormai irrimediabilmente compromessa.
Ed è stato con la voce strozzata dal pianto che il sacerdote si è rivolto ai fedeli e in particolar modo ai familiari del giovane: la mamma Paola, il papà Filippo e il fratello Sergio. «Sono giorni che ho l’immagine fissa di Lorenzo bambino, con la sua faccia sempre ironica - ha affermato il sacerdote -. Perché si muore a 18 anni? E giusto gridare il proprio dolore, lo ha fatto anche Gesù sulla croce. Ma la vera cura è la parola di Dio, perché dopo il grido c’è la vita, la resurrezione».
Le maglie rosse
Un’omelia terminata chiamando, in lacrime, il nome di Lorenzo all’interno di una chiesa riempita da un mare di persone. Tra le navate spiccava il folto gruppo delle maglie rosse dei bagnini di salvataggio con i quali Lorenzo aveva condiviso, quest’estate, il lavoro in spiaggia. Impossibile non commuoversi nell’ascoltare le parole della fidanzata Cristina che ha ricordato i momenti più belli della loro storia a partire dal primo bacio e dall’ultima volta che i due si sono visti: mercoledì. Si sarebbero dovuti incontrare venerdì.