SAN BENEDETTO - «Ho visto la morte in faccia» dice Massimo Mariotti, quarantenne autista della ditta Canali bus di Monteprandone con a bordo 47 fra seminaristi e chierichetti, dai 7 ai 13 anni, delle parrocchie di San Pio V e Madonna della Speranza di Grottammare e San Basso di Cupra Marittima. Mercoledì pomeriggio era alla guida del pullman che si è scontrato con un'ambulanza nella galleria Ca’ Gulino di Urbino, in cui hanno perso la vita i quattro occupanti del mezzo di soccorso. Subito dopo lo schianto ha raccontato l’accaduto ai soccorritori e alle forze dell'ordine, prima di essere trasportato con un’ambulanza al pronto soccorso di Urbino per eseguire gli esami diagnostici alla mano e al volto, dove aveva dolore, sangue, escoriazioni e contusioni.
Lo schianto
«Ho visto l'ambulanza invadere improvvisamente la nostra corsia di marcia e venirci contro – ha raccontato Mariotti -.
Il ringraziamento
Massimo non vuole essere considerato un eroe ma la sua decisione probabilmente è stata la salvezza dei passeggeri. A ringraziarlo pubblicamente è Sergio Flammini, papà del piccolo Luca, leggermente ferito nell’incidente. «È stato bravissimo a fare evacuare subito il bus». Cesarino Canali, molto scosso per l'incidente che ha coinvolto anche il suo autobus, ringrazia Dio per aver potuto riportare tutti i 47 della comitiva a casa sani e salvi, e dedica un pensiero alle persone scomparse: «Massimo, il nostro autista, fisicamente sta bene, naturalmente dopo tutto quello che è successo è ancora molto scosso psicologicamente».
I traumi
I medici gli hanno prescritto riposo e tranquillità per qualche giorno. Ha traumi leggeri e dovrà fare dei controlli, ma le sue condizioni di salute non sono preoccupanti. «Ci siamo subito organizzati con un altro pullman per andare a riprendere i passeggeri coinvolti nell’incidente e li abbiamo riportati a casa - spiega Canali - In seguito siamo tornati verso Urbino con un pulmino per riprendere le persone che erano in ospedale per controlli. Mercoledì notte tutti sono tornati a casa. Ringrazio il Signore che non è successo niente alla comitiva, anche se sono affranto per quelle povere persone che erano nell'ambulanza, che non ce l'hanno fatta. Mi addolora molto, perché svolgevano un servizio prezioso».