Protesta del Pd a Pretare: «Una presa in giro a fini elettorali, la metà dei cantieri rischia lo stop»

Protesta del Pd a Pretare: «Una presa in giro a fini elettorali, la metà dei cantieri rischia lo stop»
Protesta del Pd a Pretare: «Una presa in giro a fini elettorali, la metà dei cantieri rischia lo stop»
di Marco Vannozzi
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Domenica 31 Marzo 2024, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 15:57

ARQUATA Va in scena a Pretare la protesta del Pd contro il decreto Superbonus. Ad Arquata con il primo cittadino Michele Franchi c'è anche la segretaria regionale Chantal Bomprezzi. «Il parziale dietrofront di Meloni è solo uno specchietto per le allodole. Una vera presa in giro a fini elettorali sulla pelle della povera gente. Questa misura blocca tutte le opere in corso e quelle ancora da avviare. Almeno la metà della ricostruzione è a rischio», afferma la segretaria dem. Ad Arquata ci sono anche i segretari di Federazione, Francesco Ameli e Angelo Sciapichetti, i parlamentari Augusto Curti e Francesco Verducci, i consiglieri regionali Anna Casini, Antonio Mastrovincenzo e Romano Carancini.

La conversione

«Faremo un’intensa attività parlamentare in fase di conversione di un decreto che interviene sulla pelle dei terremotati, dato che ritengo che Giorgetti abbia fatto un finto passo indietro – afferma l'onorevole Curti -.

Mancano infatti all’appello circa 22 mila cantieri ma mentre fino a martedì vi era certezza del finanziamento ora con il limite dei 330 milioni il governo Meloni ha scelto di trasformare la ricostruzione in un “click day” ovvero dove chi arriva per prima riesce ad essere finanziato. Purtroppo la verità è una sola: il governo Meloni anziché aumentare i fondi per la ricostruzione, li ha tagliati. Ed è solo grazie alle nostre azioni che si riesce a salvare il salvabile: penso ad esempio alla zona franca urbana che era stata cancellata ed è stata reintrodotta grazie ad un emendamento del Pd».

«Si danneggiano i terremotati che non hanno potuto presentare i progetti perché le loro case erano nelle zone maggiormente colpite dal sisma dove in alcuni casi non esiste più nulla (strade, fogne, acquedotto). Perché coloro che hanno sofferto maggiormente dovranno accollarsi i maggiori costi della ricostruzione e non poter usufruire del 110%? Anche sugli aiuti alle attività ricettive c’è immobilismo: basti pensare alla gestione dell’anticipazione dell’Iva e alla incapacità di aiutare le piccole imprese», aggiunge la consigliera regionale Casini. Alla manifestazione presenti anche diversi sindaci piceni come Matteo Terrani (Folignano), Graziano Fanesi (Castorano), Alessandro Luciani (Spinetoli), tecnici e sindacati.

Le zone rosse

«Il Pd è da sempre stato sensibile alla ricostruzione. E la presenza qui del partito regionale ne è la conferma – sostiene Ameli -. Io mi chiedo: ora che i fondi sono stati tagliati, quando arriveranno i progetti per la ricostruzione delle zone rosse, dove verranno reperiti i finanziamenti necessari? Si taglieranno quelli per opere pubbliche e ospedali? Se c’è la volontà di aumentare il contributo per la ricostruzione, è bene però che il governo garantisca somme aggiuntive altrimenti non riusciranno a ricostruire tutti. Mi preme ricordare che solo grazie alla nostra mobilitazione hanno fatto una parziale marcia indietro dopo il blitz notturno».

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