Impiantate a Torino le mani bioniche ad un fornaio di Offida. Silvano Simonetti sorride: «È come tornare a vivere a 50 anni»

L'uomo si era gravemente ferito in un incidente sul lavoro

Il fornaio con le mani bioniche, la storia di Silvano
Il fornaio con le mani bioniche, la storia di Silvano
di Marco Vannozzi
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Mercoledì 17 Gennaio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 15:20

OFFIDA Due anni e mezzo fa, a causa di un incidente sul lavoro, perse tutte le dita della mano destra, l'indice e il medio della mano sinistra. Oggi, grazie a due protesi bioniche, può tornare a sorridere. «È come ricominciare da zero», racconta Silvano Simonetti. Cinquant'anni, offidano, di professione fornaio, nel settembre 2021 subì un grave infortunio, mentre lavorava ai rulli trasportatori. L'incidente gli costò caro. «All'epoca i medici tentarono di salvare le dita, ma non ci fu nulla da fare. È stato un duro colpo, ora però sono soddisfatto. Cosa mi è mancato di più in questi anni? Le piccole cose. Dopo tanto tempo sono riuscito ad allacciarmi le scarpe. Adesso posso usare le posate e tagliare i cibi senza dover dipendere da nessuno» spiega Silvano. 

Il calvario

Alle spalle il ricovero di due mesi, i sei interventi chirurgici all'ospedale di Torrette di Ancona, il nuovo anno regala all'uomo due protesi bioniche di ultima generazione. Il suo caso viene preso in carico dallo staff dell'Officina ortopedica Maria Adelaide di Torino. Da lunedì a giovedì scorso Silvano è stato nel capoluogo piemontese per indossare e provare i nuovi ausili. «Sono rientrato a casa da pochi giorni. Sto imparando lentamente a usare le protesi: mi trovo molto bene. C'è bisogno di esercizio prima di essere in grado di sfruttare al meglio tutte le funzioni e le impostazioni – spiega -. Ringrazio mia moglie Dora, la mia famiglia che mi è stata vicina in tutto questo tempo e l'intera equipe medica diretta dal dottor Roberto Ariagno».

Lo staff dell’Officina ortopedica Maria Adelaide di Torino ha realizzato per Silvano due protesi bioniche.

Il funzionamento

La mano ha due elettrodi posti sui muscoli ipotenari (nel palmo della mano) che captano la scossa elettrica generata dalla contrazione muscolare nell’ordine dei millivolt. Il segnale, elaborato da un microprocessore, dà la possibilità al paziente di effettuare fino a dodici prese diverse per svolgere le attività quotidiane e le dita possono interagire con gli schermi touch. Le dita motorizzate e indipendenti possono adattarsi alla forma dell’oggetto da afferrare. Due batterie al litio poste sull’avambraccio come un bracciale assicurano un'autonomia giornaliera e una app dedicata sul telefono permette al paziente di navigare fra i vari menu delle diverse prese. Le protesi sono costruite in titanio e carbonio per limitare al minimo il peso. «Questi particolari supporti hanno un costo di circa 80mila euro, importo che è stato quasi totalmente pagato dall’Inail. Il signor Simonetti si esercita quotidianamente per ottenere maggiore sicurezza e autonomia nei movimenti. Con impegno e pazienza sarà in grado di raggiungere molto presto la sicurezza necessaria per affrontare al meglio la sua routine quotidiana» sottolinea Roberto Ariagno, direttore Officina ortopedica Maria Adelaide. Adesso per Silvano c'è la possibilità di utilizzare le mani e riacquistare una maggiore autonomia. «Magari un giorno potrò tornare anche a guidare - rivela -. Oggi per me comincia una nuova vita».

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