Il presidente della Fipe lancia l'allarme: «Pericolo Far west e troppe disparità, ristoranti ancora penalizzati»

Piazza del Popolo con il mercatino dell'antiquariato
Piazza del Popolo con il mercatino dell'antiquariato
di Luca Marcolini
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Lunedì 19 Aprile 2021, 06:45

ASCOLI - La rabbia di chi non può utilizzare ampi spazi all’aperto e la preoccupazione per la possibilità che qualcuno, pur di lavorare, possa trasformare l’occupazione del suolo pubblico in un vero e proprio far west. Tutto questo emerge dalle parole di Daniele Fabiani, presidente provinciale della Federazione italiana pubblici esercizi (nonché titolare di un noto ristorante in centro storico), nell’analisi della prospettata riapertura delle attività del food, dal prossimo 26 aprile, ma con tavoli esclusivamente all’aria aperta.

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Un’analisi amara che evidenzia, comunque, come continui a pesare ancora come un macigno, questa emergenza Covid, sulle casse delle piccole imprese nel settore della ristorazione in città.


Ristoratori penalizzati
«Noi ristoratori – si sfoga Fabiani – siamo praticamente fermi ormai da 13 mesi, obbligati alla chiusura. Siamo rimasti chiusi con la zona rossa, così come come lo siamo stati con la zona arancione e anche per la zona gialla rinforzata lo saremo ugualmente». «Con il ritorno in zona gialla – aggiunge il presidente provinciale della Fipe – speravamo finalmente di poter riaprire, almeno a pranzo come avvenuto in passato… E invece no: dovremo praticamente rimanere chiusi anche stavolta.

Perché, in realtà, potrà lavorare soltanto chi ha qualche tavolo all’aperto. E immagino come sarà un piacere stare al freddo a maggio per chi, magari, lavora in collina o in montagna». L’amarezza di Fabiani, in primis, è dettata proprio dal fatto che tutti quei ristoranti tradizionali, con spaziosi locali e tanti tavoli al chiuso ma con poco spazio aperto nelle vicinanze, saranno di fatto ancora una volta penalizzati dalla scelta fatta a livello nazionale riguardo la prossima riapertura.


Il rischio
Oltre al danno ulteriore in arrivo, secondo Fabiani, per chi non ha la possibilità di utilizzare un numero sufficiente di tavoli all’aperto per questioni di spazio, c’è un altro aspetto che andrà tenuto sott’occhio: quello dell’utilizzo improprio di qualsiasi spazio pubblico. «Ovviamente, - aggiunge il rappresentante della Fipe – con la riapertura solo utilizzando spazi all’aperto, chi ha un buco di locale metterà tavoli ovunque, stile far west. Magari anche sui marciapiedi e… sugli alberi pur di incassare qualche euro giusto per pagare le utenze. Chi, invece, ha un locale capiente, ma non ha spazi esterni, dovrà continuare a pagare pesanti affitti senza poter lavorare». «In realtà, - conclude Fabiani - a me sembra che in realtà siano stati fatti solo passi indietro. Nonostante vaccinazioni e il basso indice di contagio dovremo aspettare ancora mesi, forse giugno o luglio, ma solo a pranzo. Ma quando si potrà tornare nei nostri locali anche a cena?». 


Per Primo Valenti, titolare del ristorante “Lorenz Cafè”, in piazza del Popolo, «la riapertura, pur utilizzando solo gli spazi esterni, è sicuramente un segnale positivo dopo mesi di chiusura. Cercheremo di gestire al meglio questa possibilità, ma di certo con il mantenimento del lockdown alle 22, resta compromesso il discorso della cena, permettendo di fatto soltanto formule tipo aperitivo lungo».

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