SAN BENEDETTO - Il Covid rallenta anche il lavoro del forno crematorio di San Benedetto per il quale la direzione dei servizi cimiteriali del Comune ha richiesto un aumento degli orari in cui è possibile effettuare la cremazione.
Lo fa sapere il direttore del servizio, Romeo Capriotti, che spiega come l’aumento del numero di salme provenienti sia dal Comune di San Benedetto che da altre città, abbia spinto gli uffici a chiedere alla provincia di consentire un allargamento degli orari.
L’autorizzazione
«Attualmente abbiamo l’autorizzazione ad operare dalle 7 del mattino alle 19 - afferma Capriotti - e stiamo attendendo una risposta sulla nostra richiesta di poter allungare di due ore quell’orario arrivando alle 21».
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La pausa
Una pausa durante la quale le bare non restano però parcheggiata nell’area del forno crematorio: «Quelle che arrivano da fuori Comune - spiega Capriotti - attendono nei cimiteri della città di provenienza. Qui entrano solitamente il giorno stesso della cremazione. E’ una misura che dobbiamo adottare per evitare affollamenti. Ma il covid crea qualche problema anche all’obitorio dove nei giorni scorsi si è verificata la situazione relativa ad alcune salme per le quali non era possibile celebrare il funerale dal momento che tutti i familiari erano in quarantena o in isolamento a causa del Covid. «Attualmente - spiegano dalla Service One, l’azienda che gestisce l’obitorio del Madonna del Soccorso - c’è una sola salma in quelle condizioni ma nei giorni scorsi si erano create più situazioni».
L’emergenza
Insomma l’emergenza Covid sta cambiando, e lo fa ormai da tempo, anche la gestione di strutture come l’obitorio, il cimitero e il forno crematorio. Basti ricordare le rigide norme per le camere ardenti che furono introdotte lo scorso anno, dopo l’esplosione dei primi casi di contagio sul territorio e il primo lockdown. Restrizioni che continuano ad interessare strutture di quel tipo. E’ notizia delle scorse settimane quella dei blitz che i Nas hanno effettuato in diversi obitori in tutta Italia, anche nel vicino Abruzzo. Rilevando in alcuni casi anche irregolarità non pertinenti alle normative anti Covid ma rientranti nelle norme basilari di igiene pubblica. Problemi che, fortunatamente, non sembrano interessare le strutture del nostro territorio.