Ascoli, crescono i contagi: il Mazzoni si prepara all'emergenza con nuove attrezzature

Ascoli, crescono i contagi: il Mazzoni si prepara all'emergenza con nuove attrezzature
Ascoli, crescono i contagi: il Mazzoni si prepara all'emergenza con nuove attrezzature
di Mario Paci
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Mercoledì 5 Agosto 2020, 04:14 - Ultimo aggiornamento: 08:46

ASCOLI - L’impennata di contagi nella provincia di Ascoli seppure con lievi ripercussioni sulla salute degli infettati per la bassa cadica virale, dimostra che contro il Coronavirus, purtroppo, non si può ancora abbassare la guardia. Finora i casi registrati nel Piceno sono contagi di ritorno; dal Bangladesh, dall’Albania, dal Nord-Italia.

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Non esistono, per fortuna focolai, ma solo cluster (come quello familiare ad Acquaviva Picena). Purtuttavia le misure di sicurezza, adottate dalla direzione generale dell’Area vasta 5, restano in vigore. Pertanto nessun familiare può assistere il proprio caro nei due ospedali Mazzoni di Ascoli e Madonna del Soccorso. E chiunque deve essere sottoposto ad un esame prima di essere ricoverato in un reparto deve effettuare il tampone.
 
I macchinari
Finora questi accorgimenti sono stati efficaci ma da soli non bastano a contenere una temuta ondata di contagi quando le temperature si abbasseranno. Al pronto soccorso del Mazzoni è arrivata grazie alla Fondazione Carisap una Tac polmonare, un ecocografo e ora si monterà un apparecchio radiologico tradizionale. Queste attrezzature permetteranno di effettuare esami radiologici accurati a pazienti sospetti o meno di Covid affinchè si eviti il passaggio pericoloso nel repato di radiologia. In questa maniera si mette in sicurezza l’ospedale e si guadagna tempo. Il pronto soccorso ha comunque bisogno di percorsi diversi e un potenziamento delle misure anti Covid. 
Le altre malattie 
il Covid-19 non è stata solo una sciagura per chi ha contratto il virus ma anche per i pazienti che soffrono di altre patologie gravi come ad esempio il tumore. Per fortuna sono stati aggiudicati i lavori per l’acceleratore lineare di radioterapia. A cosa serve? È una macchina in grado di produrre fasci di elettroni e di fotoni che, opportunamente collimati, vengono fatti incidere sul volume bersaglio, ovvero le cellule malate. Le energie della radiazione prodotta variano da 2 a 25MeV. Normalmente, per apparecchiature standard, si usano energie attorno a 6-9 MeV, in quanto energie superiori causano anche la produzione di neutroni. Il montaggio però non avverrà prima della primavera del 2021. Rimanendo in tema di radiologia sono state acquistate anche due gamma c amere (di cui una portatile che può essere usata anche a San Benedetto). La gamma camera è un’apparecchiatura utilizzata in medicina nucleare per l’acquisizione delle immagini scintigrafiche. Queste ultime rappresentano visivamente la distribuzione nel corpo umano della radioattività emessa dai radiofarmaci iniettati nel paziente a scopo diagnostico o terapeutico. È utilizzata per acquisire immagini di specifici organi (ad esempio la tiroide) oppure per acquisire immagini di segmenti corporei dopo un’indagine total body (ad esempio per sproiettare strutture poco discindibili alle immagini 2D o per eseguire acquisizioni tardive). Con questo protocollo di acquisizione la testata della gamma camera ed il lettino sono fermi e la testata acquisisce quindi i fotoni provenienti da una precisa zona dell’organismo.
La risonanza magnetica
infine sarà installata e una risonanza magnetica ed è previsto un aggiornamento tecnolofgco dell’angiografo e di una apparecchiatura di ’emodinamica.

Complessivamente l’investimento, fra il prezioso contributo della Fondazione Carisap, e pubblico ammonta intorno ai tre milioni di euro. 

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