Gli universitari annoiati: «Ancona è un dormitorio nel weekend c’è la fuga»

Gli universitari annoiati: «Ancona è un dormitorio nel weekend c’è la fuga»
Gli universitari annoiati: «Ancona è un dormitorio nel weekend c’è la fuga»
di Antonio Pio Guerra
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Sabato 9 Settembre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 08:09

ANCONA «La città è stata ridotta ad un dormitorio ed i ragazzi si sono dovuti arrendere al fatto che per divertirsi devono spostarsi di decine di chilometri». La denuncia arriva dalle associazioni studentesche di Ancona, che raccolgono l’appello lanciato in questi giorni dai loro coetanei del mondo dello sport - e non solo - chiedendo a gran voce maggiori attenzione per una categoria tanto bistrattata quanto importante. 


I nodi

«Sono sempre meno i fuorisede che rimangono in città nel fine settimana» racconta Lorenzo Gabrielli, Azione Universitaria. «Cosa offre Ancona per divertirsi? Non moltissimo» conferma Gianluca Ferri, presidente di Gulliver - Sinistra Universitaria. «È evidente come fino ad ora, ad Ancona, si sia sbagliata la linea e si siano perse occasioni, spostando i luoghi dell’intrattenimento nei territori limitrofi» attacca Gabrielli.

Perché? Prima di tutto a causa di un’apparente ostilità della città nei confronti dei ragazzi. «L’insistenza con cui negli anni passati venivano emanate continue ordinanze restrittive dal comune circoscritte alla movida universitaria, poi, ha dimostrato ai giovani di non essere i benvenuti» secondo il componente del direttivo nazionale di Azione Universitaria. 

La scarsa accessibilità

«L’offerta in centro è molto limitata ed oltretutto poco accessibile» lamenta, ancora, Ferri. Allontanandosi dal centro, poi, la situazione peggiora ulteriormente. Ed è qui che arriva il nodo trasporti, che coinvolge soprattutto quei giovanissimi che vivono in quartieri più periferici. «La situazione trasporti di Ancona non invoglia a spostarsi dentro la città, figuriamoci all’esterno» ci risponde il presidente di Gulliver quando gli chiediamo come si trovino i giovani a doversi necessariamente spostare fuori città per divertirsi. «Quanto ci pesa? Beh, tantissimo». La colpa è di corse ridotte nel fine settimana e con orari limitati soprattutto la notte. Tutto ciò ha portato i ragazzi a convincersi che «il soddisfacimento delle loro esigenze di aggregazione sociale recava disturbo nei confronti dei residenti» sintetizza Gabrielli.

La svolta possibile 

Una situazione tragica per una città come Ancona, forte di uno tra gli atenei universitari più importanti d’Italia. «La recente Festa del mare è stato un ottimo segnale dimostrativo dell’intenzione di voler rendere la città un palcoscenico per eventi di grande portata» si conforta Gabrielli. Mentre Ferri, oltre che guardare all’esterno, chiede supporto a chi organizza eventi da dentro la città. «Le realtà che provano ad organizzare qualcosa hanno mille difficoltà burocratiche e questo, dal lato organizzativo, comporta delle difficoltà se non delle impossibilità» spiega in conclusione.

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