Matteo Concetti, 25 anni, suicida in carcere a Montacuto. La mamma: «Me l’aveva annunciato, ammazzato dallo Stato»

Matteo Concetti, 25 anni, suicida in carcere a Montacuto
Matteo Concetti, 25 anni, suicida in carcere a Montacuto
di Antonio Pio Guerra
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Domenica 7 Gennaio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 18:06

ANCONA «Mio figlio è morto per colpa loro, lo Stato l’ha ammazzato». La mamma di Matteo Concetti ci riceve fuori dall’obitorio dell’Inrca. È sera, ormai sono passate quasi ventiquattr’ore dalla morte di suo figlio. Piange ma non molla Roberta Faraglia, che da vent’anni vive a Rieti e lavora in ambito sanitario. Annuncia battaglia perché «questa è una tragedia che si poteva benissimo evitare». Se è vero che esiste un sesto senso materno, la signora Roberta aveva capito che qualcosa non andasse già la mattina di venerdì, quando ha incontrato per l’ultima volta suo figlio in una stanza di Montacuto.

  «A me e a suo padre ha detto: io mi impicco» racconta.

Una precisa volontà manifestata anche agli agenti penitenziari. «Se mi riportate lì sotto (in isolamento, ndr) io mi ammazzo. Ho paura, non ci voglio stare» le parole pronunciate secondo sua madre. Perché Matteo soffriva anche di disturbi psichiatrici e faceva dei sogni strani. «Mi ha raccontato di aver sognato sua nonna che lo sollevava dal cappio che si era stretto intorno al collo» . Infatti Matteo voleva curarsi.

«Medicine negate»

«Con le stesse medicine che prendeva in comunità e che lo facevano star bene» dice la signora Roberta. Una possibilità che, sempre secondo lei, gli sarebbe stata negata. «Nessuno poteva prevedere un gesto di questo tipo, non essendo il detenuto di Montacuto a rischio suicidario» ha scritto il Garante dei detenuti marchigiano Giancarlo Giulianelli, ma la madre di Matteo non è dello stesso parere. «Aveva già tentato il suicidio nel 2017» ricorda. Poi punta il dito sulla sorveglianza: «Mi avevano promesso che avrebbero vigilato su di lui. L’hanno fatto?» si chiede. E annuncia battaglia. Al suo fianco c’è la squadra di Sinistra Italiana e della senatrice Ilaria Cucchi, a cui la donna si è rivolta. «Il ragazzo era incompatibile col regime carcerario. Questa storia dimostra quanto poco conti la vita umana in certi ambienti» commenta la senatrice.

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