Il patto folle: sesso in cambio di cocaina
Ventiduenne schiava del pusher violento

Il patto folle: sesso in cambio di cocaina Ventiduenne schiava del pusher violento
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Domenica 6 Ottobre 2019, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 11:39
ANCONA - Quando la dipendenza si mescola a un amore morboso, il tunnel della droga diventa un abisso da cui è impossibile uscire. Eppure una giovane anconetana ha trovato le forze per risollevarsi, reagire e denunciare il pusher invaghito di lei. 

 

Sesso in cambio di cocaina: era questo il patto diabolico che, inconsapevolmente, aveva stretto con il pusher arrestato dalla Squadra Mobile giovedì pomeriggio, con accuse pesantissime che vanno dalla cessione aggravata di stupefacenti alla violenza sessuale, fino allo stalking. Nell’incubo era piombata anche la famiglia di lei: il padre, la madre e il fratello, perseguitati e minacciati di morte soltanto per aver tentato di proteggere la 22enne e tenerla lontana da chi le stava rovinando la vita. «Vuoi che prendo la pistola e ti sparo un colpo?». Oppure: «Prendo il machete e ti apro la testa». Espressioni da brividi, urlate dallo spacciatore in faccia ai familiari che negavano la presenza della ragazza, mentre lui si attaccava al campanello della loro abitazione al Piano, a poca distanza dalla sua, sperando che prima o poi scendesse. 

Si appostava lì sotto, il 33enne napoletano finito in manette (E.D.) e trascorreva serate a dormire in auto in attesa di incrociare lo sguardo della giovane con cui aveva stretto un legame malato perché non si può certo parlar d’amore quando dall’altra parte c’è una donna fragile, indifesa, di cui avrebbe abusato in almeno quattro circostanze la scorsa estate - secondo l’accusa - dopo averle fatto assumere cocaina. Ma in un momento di lucidità la 22enne ha trovato la forza per ribellarsi. Ha raccontato tutto ai genitori e al fratello e ha chiuso i ponti con il suo aguzzino. Il rifiuto e la lontananza hanno scatenato un’esplosione di rabbia nel 33enne che, dal quel momento, ha messo nel mirino non solo la ragazza, ma anche i suoi parenti. Non si è fato scrupoli a minacciare di morte lei («Se ti vedo in giro con un altro ti ammazzo») e i parenti, vantandosi di possedere un’arma («Ci metto poco a spararvi un colpo in testa»). 

In effetti, gli investigatori della Squadra Mobile, guidati dal capo Carlo Pinto nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Procura, nella perquisizione a casa del napoletano residente al Piano (dove ora si trova ai domiciliari, misura cautelare richiesta dal pm Ernesto Napolillo e disposta dal gip) hanno rinvenuto una pistola ad aria compressa priva di tappo rosso poi sequestrata. Arma che, però, l’uomo non ha mai mostrato né alla presunta vittima né ai suoi familiari, sin dalla prima lite avvenuta a inizio estate, sotto casa di lei, con l’intervento di una Volante che ha dato il la alle indagini, dalle quali è emerso che avrebbe ceduto cocaina, in quantità non precisata, non solo alla ragazza di cui s’era invaghito ma anche ad un altro tossicodipendente anconetano. 


 
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