Parto indotto, mamma morta al Salesi
Un supplemento di esami per la verità

Parto indotto, mamma morta al Salesi Un supplemento di esami per la verità
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Sabato 7 Settembre 2019, 06:05
ANCONA -  Tante ipotesi, ancora nessuna certezza. È stata eseguita ieri pomeriggio all’Istituto di Medicina Legale di Torrette l’autopsia sul corpo di Zohra Ben Salem, la 34enne tunisina morta il 25 agosto al Salesi poco dopo aver partorito un feto morto. L’accertamento, affidato dalla procura al medico legale Antonio Tombolini e al ginecologo Silvano Scarponi, è stato disposto per accertare le cause del decesso, eventuali profili di responsabilità legati al personale sanitario e per ravvisare una possibile concausa tra la morte del feto e dalla mamma.

 

Zohra, residente con il marito e i figli a Loreto, era alla sua terza gravidanza ed è spirata alla 38esima settimana di gestazione. L’esame non si è concluso. Lunedì, alle 10, proseguirà con l’autopsia sul feto e sulla placenta. Come accaduto ieri, parteciperanno i consulenti delle parti. La famiglia della vittima, sostenuta dagli avvocati Michele Pagano e Simone Massaccesi, ha nominato Pasquale Lamanna, primario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Fabriano. I 23 indagati a vario titolo per omicidio colposo e interruzione colposa di gravidanza – figurano medici, anestesisti, ostetriche e infermieri – si sono affidati a un team composto dal professor Adriano Tagliabracci, dal dottor Manuel Papi, dalla dottoressa Elisabetta Cerutti (tutti e tre dell’azienda Ospedali Riuniti), e dai ginecologici Domenico Arduini (Roma), Nicola Rizzo (Bologna) e Mauro Bacci (Perugia). Sul corpo della tunisina sono stati eseguiti dei prelievi biologici che dovranno essere analizzati in laboratorio.

Entro 90 giorni, i periti della procura dovranno portare sul tavolo del pm una relazione che possa spiegare cosa è accaduto in sala parto. Tra le ipotesi vagliate, quella della morte causata per un episodio embolico causato dal liquido amniotico, un’emergenza rara ma possibile. Tra le cause che hanno portato alla compromissione del quadro clinico, sarebbe stata esclusa una tromboembolia polmonare, così come la rottura emorragica dell’utero. Un altro tassello si inserirà nell’inchiesta il prossimo lunedì, con il proseguo degli accertamenti.
Sul caso della morte di Zhora indaga anche la direzione sanitaria degli Ospedale Riuniti. Ma approfondimenti sono svolti anche dagli ispettori del Ministero della Salute, arrivati a inizio settimana nel capoluogo dorico per reperire una cartella documentale necessaria a ricostruire la vicenda. Il decesso della 34enne – che soffriva di diabete gestazionale - è avvenuto almeno 12 ore dopo aver eseguito un monitoraggio al Salesi che aveva stabilito come il feto fosse morto. Durante le fasi espulsive del parto indotto la donna è andata in arresto cardio-respiratorio. Tutti i vani i tentativi di salvarle la vita.
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