Osimo, storia di un detenuto negli Usa
Bravi racconta la sua verità su un blog

Osimo, storia di un detenuto negli Usa Bravi racconta la sua verità su un blog
3 Minuti di Lettura
Domenica 26 Agosto 2018, 06:35
OSIMO - Una sorta di diario di bordo postumo, per raccontare la sua storia ai limiti del paradossale e dell’incredibile. Anzi, dell’incomprensibile. Troppi dubbi, troppi punti interrogativi senza risposta, tanti silenzi che hanno dato adito a illazioni. Ma questo velo di omertà sulla vicenda Bravi sta per finire. E’ stato lo stesso Pierino ieri ad annunciarlo: «Pubblicherò un mio sito internet nel quale racconterò tutta questa storia, metterò un resoconto dettagliato di quello che è successo in America e di chi sono le responsabilità, evitando che poi qualche dichiarazione sia mal interpretata».
 
Ad un mese e mezzo esatto dal suo rientro in Italia dopo 1.570 giorni di arresti ad Atlanta, negli Usa, l’imprenditore osimano non ha voluto ancora concedersi ad interviste. «Ma state tranquilli –ha detto ieri-, nei primi giorni di settembre pubblicherò il mio sito, pierinobravi.it, lì conoscerete tutta la storia, la mia verità. E non saranno considerazioni, pubblicherò fatti concreti, documentati, circostanze delle quali ho le prove, quindi potrete usare tutto senza alcun timore». Una scelta insolita: un ex carcerato, che in questo caso è apparso più vittima di un cortocircuito della giustizia americana, che sceglie di crearsi un proprio blog personale per raccontare ciò che gli è successo. Ma il sito avrà un seguito? Verrà usato in futuro per scopipersonali o finalità professionali?
 
«Non c’entrerà nulla con la mia azienda, vedremo se avrà un seguito, ma per ora servirà solo per raccontare la storia. Ho scelto di fare così perché tanti, non solo i giornalisti, mi chiedono in continuazione cosa è successo laggiù ad Atlanta e come mai sono tornato all’improvviso. Risponderò col sito, una volte per tutti». Ovviamente non ha voluto aggiungere altro ieri, promettendo però di annunciare in anticipo la data del lancio del sito web. L’arresto di Pierino Bravi, 61enne titolare della Bravi Isol, ha indotto la famiglia a trincerarsi dietro il silenzio, a difesa di un uomo verace, passionale, che si è fatto da solo e che, come nelle alluvioni del 2006 e del 2011, non ha fatto mancare il suo grido di giustizia verso le istituzioni. Era il 15 aprile 2014 quando Pierino sbarca ad Atlanta, capitale della Georgia negli Usa, città già visitata il mese precedente e dove cercava nuove commesse in una fiera di settore.
Il 17 aprile aveva un incontro di lavoro ma quando sta per uscire dall’albergo succede qualcosa di strano. A quanto pare incrocia una cameriera rientrando in camera per prendere qualcosa, forse pensa ad un furto e si avvicina, lei invece inizia a gridare e lo accusa di molestie sessuali. E’ questo il capo d’imputazione che gli faranno i poliziotti federali che arrivano al Westin Hotel di Atlanta per arrestarlo. E’ l’inizio di un’Odissea giudiziaria. Pierino viene definito dai tg americani come un molestatore. Dopo una prima detenzione nel carcere di Fulton County e l’udienza di convalida dell’arresto col pagamento della cauzione da 250mila euro, viene trasferito dai federali nel carcere per immigrati poiché il visto scaduto rendeva la permanenza negli States irregolare, tanto che era già pronta l’ordinanza di espulsione. Tuttavia la Contea di Atlanta ne impedisce il ritorno in Italia considerando il procedimento penale ancora in corso. Quindi gli arresti domiciliari in una residenza di Atlanta con braccialetto elettronico per tenerlo sotto controllo.
 
Un calvario che ha vissuto una prima svolta un anno e mezzo fa, quando la cameriera che lo accusava sembra aver rinunciato a costituirsi parte civile, considerando anche il fatto che sul suo corpo non vennero rinvenuti segni di molestie fisiche. Ma in questa storia ci sono troppi condizionali e nessun legale a spiegare: solo Bravi col suo blog potrà a questo punto chiarirla definitivamente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA