Osimo, Ilaria uccisa di botte davanti alle figlie. Il marito dal giudice: rischia l’ergastolo
Fissata l’udienza preliminare per El Ghaddassi

. Le due piccole pronte a costituirsi parte civile

Osimo, Ilaria uccisa di botte davanti alle figlie
Osimo, Ilaria uccisa di botte davanti alle figlie
di Federica Serfilippi
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Giovedì 7 Settembre 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 15:24
OSIMO Davanti al giudice tra poco meno di due settimane. Tarik El Ghaddassi dovrà affrontare l’udienza preliminare il prossimo 20 settembre con la pesantissima accusa di aver massacrato di botte la moglie Ilaria Maiorano fino ad ucciderla nella loro casa di Padiglione di Osimo. Il delitto risale alla notte dell’11 ottobre. È da quella data che il 42enne marocchino si trova recluso nel carcere di Montacuto. Davanti al gup Alberto Pallucchini dovrà difendersi dall’accusa di omicidio volontario. 


Le aggravanti


Cinque le aggravanti contestate al 42enne dal procuratore aggiunto Valentina D’Agostino, tra cui: i maltrattamenti in famiglia, il fatto di aver agito sotto gli occhi delle figlie di 5 e 8 anni, in parte testimoni dell’omicidio, i futili motivi e la crudeltà con cui ha commesso il delitto. Un pacchetto da ergastolo. Per quanto riguarda la difesa, rappresentata dall’avvocato Domenico Biasco, il massimo che potrà chiedere sarà il non luogo a procedere. Non si possono, infatti, avanzare istanze di riti alternativi di fronte all’accusa di omicidio. Le due figliolette, assistite dagli avvocati Giulia Marinelli e Arianna Benni, sono pronte a costituirsi parte civile nell’eventuale processo che si incardinerà contro il padre, a cui è stata sospesa la potestà genitoriale dopo il delitto. Nel caso si arrivasse a dibattimento, sarà la Corte d’Assise a valutare la posizione del 42enne.
Stando all’imputazione, la violenza sarebbe scoppiata per motivi di gelosia: la 41enne era stata colpita a mani nude (schiaffi e pugni) e poi aggredita con una sedia di plastica e un pezzo di legno. Le lesioni (c’erano state anche fratture) erano state inferte al volto, al tronco e alle braccia, in varie parti dell’abitazione (tra cui la stanza delle figlie) «mentre la persona offesa cercava di sottrarsi alla furia dell’uomo» si legge nell’imputazione formulata dalla procura. 
Da quanto emerso nell’autopsia, la morte era stata causata da uno shock emorragico, causato - tra gli altri motivi - da «un imponente trauma cranio-facciale».

Il decesso era intervenuto «a seguito di uno stato agonico protrattosi per circa 4-6 ore. Ilaria è morta tra le 3 e le 6 del mattino dell’11 ottobre. La procura ha chiuso le indagini dopo la fine dell’incidente probatorio nel corso del quale sono state ascoltate le bimbe. «Abbiamo visto papà che aggrediva mamma. L’ha colpita a mani nude e poi con una sedia» hanno raccontato le piccole davanti al gip. 


La difesa


L’uomo non ha mai smentito l’esistenza di un litigio. Ma ha sempre sostenuto, al culmine del parapiglia al primo piano della casa di Padiglione, la caduta accidentale dalla scale di Ilaria. Fatto, questo, le bimbe non ricorderebbero. La versione del marocchino: la mattina dopo il litigio notturno sarebbe uscito di casa senza sincerarsi delle condizioni della donna, che aveva dormito in un’altra stanza dopo la caduta dalle scale. Si sarebbe insospettito solo dopo non aver visto la 41enne portare le figlie a scuola, nella struttura che si trova a pochi passi dal bar dove quella mattina Tarik attendeva un passaggio per andare al lavoro. Tornato a casa, a suo dire, aveva provato a rianimare la moglie. Dopodiché, l’arrivo dei soccorritori. 
 

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