Sconfitto dal Covid dopo 40 giorni di malattia. Addio Zagaglia, storico ristoratore di Marcelli

Il ristoratore Angelo Zagaglia
Il ristoratore Angelo Zagaglia
di Arianna Carini
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Domenica 14 Marzo 2021, 04:00

NUMANA - Era ricoverato all’ospedale di Fermo dal 14 febbraio, quando le sue condizioni erano improvvisamente peggiorate e dopo una settimana di quarantena in casa e le prime cure a Torrette, si era reso necessario il trasferimento d’urgenza nel reparto di terapia intensiva del Murri. Di battaglie, lungo il cammino di vita, Angelo Zagaglia, 73enne titolare del ristorante L’Angolo a Marcelli di Numana, ne aveva già affrontate tante.

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E per un attimo quella resilienza che lo aveva sempre tenuto per mano, facendolo rialzare a testa alta dopo ogni caduta, aveva fatto sperare che anche questa volta potesse farcela, superando anche la sfida più grande. 
Invece, dopo 40 giorni di malattia da quel primo febbraio in cui assieme alla moglie aveva scoperto di essere positivo al Covid-19, il ristoratore originario di Osimo ma loretano d’adozione ha dovuto arrendersi di fronte a quel virus beffardo che ne ha spento il sorriso ma non il ricordo nel cuore di tre comunità.

Nella città mariana era arrivato a cavallo fra il 1973 e il 1974. E nonostante il lavoro nel settore dei marmi e dell’edilizia lo assorbisse molto, portandolo spesso a viaggiare fuori Loreto, era riuscito a ritagliarsi un ruolo attivo nella dirigenza della società di calcio locale, distinguendosi per l’impegno nello sport e nel sociale.

La svolta lavorativa arrivò nel 1996 quando Angelo, spinto dal desiderio di trascorrere più tempo in famiglia, decise che era giunto il momento di voltare pagina per cominciare una nuova avventura nel mondo della ristorazione. Fu l’inizio di quello che sotto l’insegna L’Angolo, affiancato dalla moglie Ivana Baiardelli e dalla figlia Francesca, è diventato un punto di riferimento enogastronomico della Riviera del Conero. Un indirizzo che nonostante la posizione defilata rispetto alla Litoranea, ha saputo conquistare non solo i palati dei turisti ma soprattutto la fiducia dei residenti che nel ristorante di pesce, aperto tutto l’anno, avevano trovato qualità, cortesia ed onestà nei prezzi.

Sua anche la ferramenta Loreto 2001 gestita dal figlio Marco: un’attività strategica per la frazione di Marcelli, inaugurata nel 2005 intercettando un bisogno del territorio poi convertito in una ulteriore opportunità di crescita. 
Ora che a 73 anni avrebbe dovuto godersi i frutti di tanti sacrifici, con la tranquillità di una posizione consolidata e l’affetto smisurato per i nipoti di 13 e 9 anni (la sua “luce”), la pandemia lo ha privato dei sogni di nonno e pensionato.

Il decesso venerdì pomeriggio nel nosocomio fermano. Conosciuto e benvoluto sia a Loreto che nella Riviera del Conero, dove si era trasferito non molti anni fa in località Montefreddo a Sirolo, la scomparsa del ristoratore ha rattristato l’animo di tanti che ne apprezzavano il carattere brillante, generoso e la capacità di affrontare ogni problema. Neppure la rapina a mano armata subita nel maggio 2016, quando era stato derubato dell’incasso da uno sconosciuto che gli aveva puntato la pistola alla testa, lo aveva fermato. L’indomani, di buonora, era subito tornato a lavoro. «Tutta Numana si stringe attorno alla famiglia Zagaglia. Con Angelo se ne va una colonna portante della ristorazione e del commercio in Riviera» lo ricorda il sindaco Gianluigi Tombolini. I funerali si terranno domani alle 10 nella chiesa del Ss. Crocifisso a Numana. 

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