ANCONA - Stando all’accusa, si sarebbe intascata i soldi relativi al canone di gestione dei loculi cimiteriali di Monte San Vito invece di riversarli nelle casse comunali. È questa l’accusa che la procura ha mosso nei confronti dell’impresa edile vincitrice nel 2014 dell’appalto in project financing legato alla costruzione e alla concessione di alcuni loculi del cimitero cittadino.
Ieri mattina, il legale rappresentante dell’impresa – con sede proprio a Monte San Vito – è stato rinviato a giudizio dal gup Paola Moscaroli per il reato di peculato. È di 66.570 la cifra contestata dalla pubblica accusa e corrispondente a poco più di 300 nicchie.
Il processo per l’imprenditore, difeso dall’avvocato Marco Fioretti, si aprirà il prossimo dicembre davanti al collegio penale. Il Comune di Monte San Vito, rappresentato dal legale Andrea Rossolini, ha partecipato ieri all’udienza presentando una memoria per chiarire le modalità operative del contratto stretto tra l’amministrazione e la ditta. Contratto venuto meno all’inizio del 2019, dopo il mancato versamento – dice la procura – dei fondi destinati alle casse comunali e la presentazione dell’esposto che aveva dato inizio all’indagine dei carabinieri. L’ente presieduto dal sindaco Thomas Cillo non si è comunque costituto parte civile, dato che è anche in corso un procedimento civile connesso alla risoluzione contrattuale e alla mancata monetizzazione – sostiene l’azienda – di una tranche di lavori eseguiti e mai pagati dal Comune.
Stando a quanto emerso, l’appalto prevedeva la costruzione delle nicchie e la loro gestione.
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