ANCONA - A Pordenone l’hanno già fatto: 177 operatori sanitari (tra cui 46 infermieri) sono stati sospesi per non aver rispettato l’obbligo vaccinale. Presto anche a Torrette potrebbe essere adottato un identico provvedimento: una quarantina di dipendenti dell’ospedale regionale rischiano lo stop per non aver aderito alla profilassi anti-Covid. «La legge prevede degli step, i nominativi sono stati trasmessi alla Regione e ai vari ordini. Mi auguro che si prendano provvedimenti il prima possibile, è intollerabile la presenza di professionisti non vaccinati tra le nostre fila, sono degli irresponsabili», tuona Michele Caporossi, d.g. dell’Azienda Ospedali Riuniti.
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Il provvedimento
Si tratta di una quota ridottissima, circa l’1% rispetto ai 4mila dipendenti di Torrette. «Stimiamo poche decine di persone, grazie al cielo l’adesione alla campagna vaccinale è stata massiccia - puntualizza Caporossi - ma comunque dobbiamo fare in modo di non creare le condizioni perché queste persone possano nuocere agli altri: per ora parliamo di sospensione dal lavoro, spero che avvenga il prima possibile», è l’auspicio espresso dal d.g.
Il centro
Nella struttura da 880 mq verranno realizzati 12 posti letto per il ricovero ordinario e 2 per il day hospital e i servizi ambulatoriali. La prossima settimana cominceranno i lavori che dovrebbero concludersi per gennaio 2022, quando verrà inaugurato il centro NeMo, il primo lungo la dorsale adriatica: sarà un punto di riferimento per tutto il centro Italia, in grado di ospitare oltre 700 pazienti l’anno. «Per le Marche è un grande giorno, presto daremo risposte concrete ai pazienti affetti da malattie neuromuscolari», ha commentato Caporossi.
«È il primo mattone, ma non sono ancora soddisfatto: questo progetto deve diventare il prima possibile una casa concreta per le persone fragili», ha sottolineato l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini. «Il centro offrirà una stretta integrazione fra cura, assistenza e ricerca - ha evidenziato il rettore del’Univpm, Gian Luca Gregori -, orientato a un concetto più ampio di salute, attento al malato come persona nel suo complesso».
«Si chiude un percorso difficile, avviato nel 2008: siamo emozionati», ha ammesso Antonello Maraldo, direttore amministrativo degli Ospedali Riuniti. «Offriremo un approccio multidisciplinare secondo un modello di presa in carica globale del paziente, dalla fase infantile a quella adulta», ha precisato Arturo Pasqualucci, direttore sanitario di Torrette. Il network, nato per rispondere alla complessità di bisogni di chi vive una malattia neuromuscolare come la Sla, la Sma o la distrofia muscolare, è stato pensato e voluto dalle associazioni dei pazienti e dalla Fondazione Serena Onlus, ente gestore dei centi clinici NeMo in Italia. A porre il primo mattone, lo chef pluristellato Mauro Uliassi che ha ascoltato, commosso, le testimonianze dei pazienti e dei rappresentanti territoriali delle associazioni.