JESI - Focolaio di Covid-19 al Collegio Pergolesi di Jesi, nella drammatica situazione dei tanti ospiti contagiati si innesta il dolore profondissimo, per la scomparsa di Fratel Tito Paba, 81 anni, superiore della Congregazione Nostra Signora della Misericordia che gestisce la struttura.
Fratel Tito Paba era stato aggredito dal Covid un mese fa, poi le condizioni erano progressivamente peggiorate. Si trovava ricoverato all’ospedale Carlo Urbani di Jesi, nel reparto di terapia intensiva.
La fine
Nelle ultime 48 ore, il quadro clinico era precipitato. Le speranze si sono spente sabato sera verso le 22,30 quando Fratel Tito ha smesso di combattere. La notizia del decesso è rimbalzata ieri in struttura, accolta da dipendenti e ospiti con grande commozione e tristezza. Fratel Tito era un punto di riferimento per tutti. A rendere nota la drammatica notizia, è la direzione. «Il nostro amico Lazzaro si è addormentato - scrivono dal Collegio – la speranza di tutti i credenti, Cristo, chiama i trapassati “dormienti”, non morti. Così fratel Tito Paba Gesuino, superiore della comunità religiosa della Casa San Vincenzo de Paoli-Collegio Pergolesi, si addormentava in Cristo sabato alle 22,30 circa all’0spedale Carlo Urbani di Jesi.
Sostenuto dalle molte preghiere di intercessione e dall’affetto della comunità religiosa, dal personale della Casa di riposo, degli anziani, dal clero diocesano e dagli amici. Educatore, insegnante e “anziano” tra gli anziani, ha saputo testimoniare nella sua persona la calma, la pazienza, la serenità che sapeva trasmettere agli anziani. Religioso, uomo di poche parole ma di molto ascolto – conclude il commiato del Collegio Pergolesi - ci ha lasciato un segno, una rotta: il Vangelo, il porto sicuro della vita. Arrivederci fratel Tito».
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Oggi pomeriggio i dipendenti e gli altri religiosi della Congregazione si riuniranno all’esterno della struttura per una benedizione del feretro. Poi l’ultimo viaggio verso il cimitero per la sepoltura. Stazionarie invece le condizioni dell’altro religioso, 63enne, contagiato dal Covid ma curato in struttura, dove sono 46 (su 56) gli ospiti positivi. La situazione dei malati è in miglioramento, grazie anche all’impegno dei medici dell’Usca e delle due infermiere del Collegio (uniche scampate al contagio, visto che altri 10 dipendenti sono positivi e ancora in quarantena) che hanno portato avanti il servizio di assistenza dei nonnini con professionalità e umanità. Dei 46 ospiti positivi, nove sono ospedalizzati (di cui tre critici e sei non gravi).
I rinforzi
Giovedì prossimo arriverà un team di medici militari della Marina Militare in supporto alla struttura, composto da un medico e quattro infermieri. Un aiuto importante sia per l’Usca che per i dipendenti. Sempre nei prossimi giorni saranno sottoposti a tampone i 10 dipendenti che erano stati posti in quarantena, con la speranza che nel frattempo si siano negativizzati.