«Sei una bambola gonfiabile, ti ucciderò». Insulti all’ex per 13 anni: papà a processo

«Sei una bambola gonfiabile, ti ucciderò». Insulti all’ex per 13 anni: papà a processo
«Sei una bambola gonfiabile, ti ucciderò». Insulti all’ex per 13 anni: papà a processo
di Stefano Rispoli
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Giovedì 14 Settembre 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 07:33

CHIARAVALLE Per 13 anni avrebbe sopportato gli scatti d’ira del marito, i suoi sbalzi d’umore, la sua imprevedibile aggressività. Urla, insulti, botte e intimidazioni: bastava un niente per farlo scoppiare. In un paio di occasioni l’avrebbe malmenata. Una volta - era il 10 aprile 2021 - l’avrebbe minacciata con un coltello. «Lo vedi questo? Prima o poi qui ti va», indicando la gola. E poi vessazioni continue, aggressioni verbali, umiliazioni, anche davanti ai due figli minorenni

 
Gli scatti d’ira


Non avrebbe risparmiato nemmeno loro, nei suoi attacchi di violenza. «Siete scemi, marchigiani di m...»: così, secondo l’accusa, il 44enne d’origine napoletana, ma residente a Chiaravalle, era solito rivolgersi loro. «Dava del mongoloide a mio figlio», ha aggiunto in aula l’ex moglie, con la quale è in corso una causa di separazione.

Dopo anni di prevaricazioni e di totale sottomissione, nei quali ha tentato di mantenere in piedi il matrimonio, ha trovato il coraggio di reagire e di porre fine al suo incubo la donna che, assistita dall’avvocato Mara Roccisano, ha deciso di denunciare l’ex marito, finito a processo per maltrattamenti in famiglia aggravati. 


L’imputato, difeso dall’avvocato Cristiano Luciani, ieri è stato ascoltato dal collegio presieduto dal giudice Carlo Cimini. Ha ribaltato tutte le accuse, punto per punto. «Ero obeso, mi sono fatto l’operazione allo stomaco nel 2020 perché un giorno mia figlia, all’uscita da scuola, ha detto che si vergognava di me - ha raccontato -. A distanza di tempo mi ha rivelato che era stata la madre a convincerla a dirmi quella frase». Ma nel corposo fascicolo del pm Rosario Lioniello figura un campionario di insulti, maltrattamenti e minacce che la mamma 40enne sostiene di aver subito negli anni. In sede di denuncia si è sfogata e ha raccontato decine di episodi.

«Mi diceva: prima ammazzo te e poi di metto sotto terra - ha riferito -. Sottolineava che non valevo nulla, che ero solo una bambola gonfiabile e avevo un neurone in testa. E aggiungeva che anche i nostri figli sono stupidi come me». Il rapporto ha cominciato a deteriorarsi dopo la nascita dei bambini. Secondo l’accusa, era esageratamente severo: li avrebbe puniti talvolta senza motivo, ad esempio chiudendoli in una stanza al buio. Patito di videogames, avrebbe costretto il figlio, in sua assenza, a giocare alla Playstation al posto suo per non perdere le sfide online.


La fuga


Una sera, dopo una lite furibonda con la moglie, li avrebbe presi e caricati in auto, in pigiama. Era il 2018: lei chiamò i carabinieri, temendo che lui volesse portarli a Napoli. Una volta l’imputato le avrebbe impedito di uscire: «Puoi andare alla festa solo se mi baci i piedi tre volte». Nei suoi impeti d’ira, se la sarebbe presa anche con gli arredi: piatti rotti, calci ai mobili, il divano tagliuzzato. E avrebbe costretto la moglie a scattarsi foto sorridenti con lui, forse per trasmettere all’esterno un’idea di apparente serenità in famiglia. L’imputato ieri ha respinto ogni accusa, riversandole sulla ex: «Non lavora, mi ha sposato solo per fare la bella vita», ha riferito. Determinanti saranno le testimonianze dei figli, che verranno ascoltati in forma protetta, assistiti dagli psicologi, il prossimo 22 novembre. 

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