Marche, emergenza nelle corsie ospedaliere. Ruggeri (M5s): «Aggrediti 90 operatori sanitari in un anno»

Una corsia d'ospedale. Foto generica
Una corsia d'ospedale. Foto generica
di Martina Marinangeli
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Venerdì 15 Marzo 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 15:16

ANCONA L’emergenza in corsia. Solo nel 2023 nelle Marche sono state denunciate 90 aggressioni ai danni di operatori sanitari. A lanciare l’allarme è la capogruppo del Movimento 5 Stelle Marta Ruggeri, che ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere alla giunta come intenda contrastare un fenomeno in preoccupante crescita. 

Il monito

«Devono chiarire in che modo intendano attuare l’Osservatorio regionale per la rilevazione e la segnalazione di episodi di violenza a danno delle professioni sanitarie e socio sanitarie, previsto nel Piano socio-sanitario 2023-2025», puntualizza. Dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (Onseps) pubblicato il 12 marzo scorso, è emerso come nel 2023 i casi di aggressione agli operatori nei pronto soccorso e in corsia siano stati circa 16mila in Italia. Di questi, 90 sono stati denunciati nella nostra regione. Il 37% delle aggressioni sono avvenute in ospedali, case di cura e studi medici, il 33% nei servizi di assistenza sociale residenziale quali case di riposo, strutture di assistenza infermieristica e centri di accoglienza; mentre il 30% nell’assistenza sociale non residenziale.

Le richieste

Spicca inoltre un altro elemento: ad essere aggredite sono soprattutto le donne, pari a oltre il 70% degli infortunati. «Tra le cause di questi episodi c’è sicuramente l’impoverimento del sistema sanitario pubblico, determinato soprattutto dalla carenza del personale - sostiene Ruggeri - La soluzione però non può essere solamente inserire dei posti di polizia negli ospedali come era stato già indicato da questa giunta regionale».

Una misura straordinaria per limitare i danni. Ma non basta. «Per questo nella mia interrogazione ho chiesto al presidente Acquaroli e all’assessore Saltamartini come intendano risolvere il problema della carenza del personale soprattutto nei Pronto soccorso, nel 118, nella guardia medica e negli ambulatori. Tutti servizi ad alto rischio di aggressioni». Per arginare il fenomeno era intervenuto anche il Governo nazionale, con un decreto che ha introdotto la procedibilità d’ufficio del reato anche nell’ipotesi di lesioni non gravi (quindi inferiori ai 40 giorni di prognosi) agli operatori sanitari e socio-sanitari. Non sarà dunque più necessaria la presentazione della querela da parte del professionista che ha subito l’atto violento per procedere. Inoltre, sono state inasprite le sanzioni penali: in cao di lesioni non gravi, la sanzione della reclusione passa da due a cinque anni, mentre qualora le lesioni risultino gravi, la pena sale fra 4 e 10 anni.

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