CERRETO D’ESI Indagini chiuse, la procura chiede il giudizio immediato per Franco Panariello, il 55enne recluso a Montacuto con l’accusa di aver massacrato a coltellate la moglie, Concetta - Titti - Marruocco, da cui si stava separando. A cinque mesi dal delitto di Cerreto d’Esi, era la notte del 14 ottobre, il gip Sonia Piermartini, su istanza del pm Paolo Gubinelli, ha fissato la prima udienza del processo: si terrà il 21 giugno in Corte d’Assise. Il reato: omicidio volontario aggravato dal legame con la vittima e la sua minorata difesa, considerando che Panariello era entrato in casa in piena notte, mentre la 53enne stava dormendo. Il possesso del coltello prevede un reato a parte.
L’istanza
Si tratta di accuse potenzialmente da ergastolo, per cui l’imputato (è reo confesso) non può accedere al rito abbreviato, che consente uno sconto di pena. Il difensore dell’operaio, l’avvocato Ruggero Benvenuto, ha però presentato un’istanza al gip che potrebbe cambiare le carte in tavola. E cioè: da una parte ha chiesto comunque l’accesso al rito alternativo, dall’altra ha chiamato in causa la Corte Costituzionale sui principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il possibile aspetto incostituzionale, stando alla difesa, starebbe nella diversificazione della natura del vincolo affettivo: se Panariello avesse già divorziato dalla Marruocco la fattispecie dell’omicidio non sarebbe da ergastolo e quindi avrebbe potuto accedere al rito abbreviato.