Palaveneto, beffa immediata. La sfida dei vandali ragazzini: via i sigilli, questa è casa loro

Un nuovo blitz a neanche 24 ore dall’intervento del Comune per chiudere tutto I residenti non ne possono più: «Costretti a vivere nella paura, di sera buio fitto»

Palaveneto, beffa immediata. La sfida dei vandali ragazzini: via i sigilli, questa è casa loro
Palaveneto, beffa immediata. La sfida dei vandali ragazzini: via i sigilli, questa è casa loro
di Antonio Pio Guerra
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Lunedì 16 Ottobre 2023, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 08:19

ANCONA - «Dal Palaveneto non ce ne andiamo». È un messaggio di sda quello che i vandali del palas di via Veneto hanno lanciato alle autorità. Niente parole, solo un gesto. Sono passate neanche ventiquattro ore dall’ultimo incendio nella struttura e ancora meno da quando i tecnici del Comune hanno provveduto a sigillare gli ingressi usati dagli sbandati per entrare a bivaccare. Poi un rumore sordo nella notte tra venerdì e sabato, quello di una finestra che si rompe. A terra ci sono ancora i vetri.


L’irruzione


Qualcuno è tornato dentro il Palaveneto.

L’ha fatto passando accanto ad una delle tante finestre chiuse dal Comune con tavole di legno all’incrocio tra via Veneto e via Cupa. O sono passati dalla porta scardinata sul retro. Magari dall’accesso alla centrale termica, forzato pure quello. Tre nuovi varchi quando ancora si sente in tutta la via l’odore acre dell’ultimo rogo. Come a dire, «i padroni, qui, siamo noi». E se questo fosse un incontro di boxe, all’angolo ci sarebbero i residenti di via Vittorio Veneto. Stanchi, intimoriti dal via vai di facce poco raccomandabili dentro ciò che resta del palazzetto e sotto i loro balconi. «Entrano, dormono e bivaccano. Quando sono entrato assieme ai Vigili del Fuoco ho visto una distesa di siringhe e cucchiai», racconta il proprietario di un garage del circondario. «Pure letti» aggiunge un altro. Tutto ciò anche dopo il blitz delle autorità. «Li ho visti entrare io stesso» racconta il garagista. Sì, perché ormai si fa tutto sotto la luce del sole.

«Li vediamo dai balconi quando si imbucano ed a loro non sembra interessare» testimoniano alcuni ragazzi che abitano in un condominio della via. «Magari sono dentro anche adesso e ci stanno guardando» temono. Ed effettivamente la sensazione è proprio questa: dalle finestre del palas arrivano rumori inequivocabili. Che sia un grosso topo o un inquilino fantasma, qualcuno c’è di sicuro. I veri problemi, però, cominciano quando qualcuno dà fuoco a delle cartacce, magari per scaldarsi, e finisce per far scoppiare un incendio. Quello di venerdì è il terzo in una sola estate.

«Dopo il primo abbiamo dovuto convivere con la puzza per venti giorni» fa una signora che sta portando a spasso il cane. «Chi ci dice che non possano prendere fuoco anche le nostre case?» si chiedono preoccupati i ragazzi. Preoccupati anche per le loro auto: «io la macchina non la parcheggio più qui (nel vicolo che collega via Veneto a via Cupa, tra il Palaveneto e l’ex Ipsia, ndr) per timore di qualche danno».

«Preferisco prendere la multa lasciandola in divieto, magari sul posteggio dei bus» continua uno di loro. Ma c’è pure chi quel vicoletto preferisce evitarlo anche a piedi, specie la notte. «Io la uso come scorciatoia ma la sera non ci sono luci» chiarisce un signore che intercettiamo mentre torna a casa con la spesa. Questo è il racconto dei residenti. Una testimonianza che siamo riusciti ad ottenere al prezzo dell’anonimato. Perché qui, intorno al Palaveneto, regna la paura. «I condomini ci hanno consigliato di non esporci» rivelano i ragazzi. «La macchina parcheggiata, il nome sul campanello. Meglio non farsi troppa pubblicità» dice qualcun altro. Il terrore a due passi dal centro storico, visto che corso Garibaldi dista in linea d’aria un po’ più di trecento metri. Anche se non si direbbe.
 

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