Rapina alla studentessa, scarcerati i bulli. Sono in comunità, vogliono tornare liberi

La polizia in piazza Pertini
La polizia in piazza Pertini
di Federica Serfilippi
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Domenica 27 Febbraio 2022, 04:55 - Ultimo aggiornamento: 15:23

ANCONA - Hanno lasciato il carcere minorile i due ragazzi arrestati a metà febbraio dalla Squadra Mobile con l’accusa di aver strappato con violenza un iPhone dalle mani di una giovane studentessa mentre si trovava a passare in largo Donatori di Sangue. Su disposizione del giudice, entrambi (un 16enne e un neo18enne di origine nordafricana) sono stati collocati in comunità. Una misura più tenue, dunque, che potrebbe presto alleggerirsi ancora. È prevista per domani mattina, infatti, l’udienza al Tribunale del Riesame per far tornare in libertà i due ragazzi.

 
Le difese
Le rispettive difese – per il 16enne c’è l’avvocato Nicoletta Cardinali e per l’altro la collega Nicoletta Pelinga – hanno presentato istanza per svincolare i loro assistiti da qualsiasi misura cautelare o, in subordine, far applicare la permanenza in casa o una serie di prescrizioni stabilite dal giudice, consistenti di solito in una serie di attività utili sotto l’aspetto formativo ed educativo.

I presunti baby rapinatori, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, avevano rigettato ogni contestazione, sostenendo di non essere loro i responsabili dello scippo del prezioso telefono. Addirittura, il pomeriggio del 30 novembre non sarebbero neanche stati nella zona a ridosso di piazza Pertini. Stando all’accusa, mentre uno da dietro copriva gli occhi alla vittima, l’altro la spintonava per prenderle l’iPhone, mai ritrovato. 


L’altro arresto
La notizia dell’arresto della coppia aveva fatto seguito ad un’altra misura cautelare del carcere, questa volta eseguita dai carabinieri nei confronti di un 17enne di origini nigeriane. Al ragazzo viene contestata la rapina avvenuta il 24 settembre nei bagni pubblici di piazza Roma ai danni di un coetaneo a cui era stato strappato lo zaino per rubare appena 20 euro. «Chiedo scusa, volevo solo fare il “grosso”» aveva detto il 17enne al giudice durante l’interrogatorio. Sul fronte minorile, è arrivata alla tappa dell’udienza preliminare (fissata al 22 marzo) la costola dell’indagine che nell’ottobre del 2020 aveva portato all’arresto di alcuni ragazzi, accusati di aver tartassato, tra minacce e richieste di denaro, dei loro coetanei. In questa tranche ci sono sette imputati di età compresa tra i 17 e i 20 anni, accusati a vario titolo di violenza privata, stalking, minacce, estorsione e percosse. I fatti, tra il 2018 e il 2020. Alcuni, tramite i loro difensori, hanno già preannunciato di voler chiedere la messa alla prova, un percorso che se giudicato positivamente fa evitare il processo. 

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