Ragazzo picchiato e rapinato, il bullo si pente: «Volevo fare il grosso ma ho sbagliato. Chiedo scusa, scarceratemi»

I carabinieri hanno arrestato il bullo in corso Garibaldi
I carabinieri hanno arrestato il bullo in corso Garibaldi
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 16 Febbraio 2022, 08:20

ANCONA - «Chiedo scusa per quanto successo, sono pronto a scrivere una lettera di scuse al ragazzo contro cui me la sono presa. Volevo fare il bullo, mi sono reso conto ora della gravità dell’accaduto». Parole e pensieri, riportati in estrema sintesi, del 17enne di origine nigeriana arrestato lo scorso venerdì dai carabinieri con l’accusa di aver rapinato nel primo pomeriggio del 24 settembre del 2021 un suo coetaneo nei bagni pubblici di piazza Roma. Oggetto del furto era stato un portafoglio contenuto in uno zaino con all’interno neanche 20 euro. 


Nell’interrogatorio di garanzia che si è tenuto ieri in modalità telematica, il minore ha risposto alle domande del giudice che ha firmato nei suoi confronti la massima misura cautelare: quella della detenzione in un istituto penitenziario.

Il 17enne, difeso dall’avvocato Aldo Sichetti ha ammesso le accuse mosse dalla procura retta dalla dottoressa Giovanna Lebboroni, non nascondendosi dalla paternità della rapina. 


«Quando il ragazzo – ha raccontato al gip – è uscito dal bagno me lo sono ritrovato davanti. Volevo fare il “grosso”, me la sono presa con il primo che capitava, non ce l’avevo certo con lui». Il 17enne, individuato dai carabinieri sulla scorta delle immagini del sistema di videosorveglianza della piazza e da vari testimoni, ha anche chiesto scusa alla vittima, sostenendo di «essere pronto a scrivere una lettera». Sul 17enne penderebbero almeno altre due procedimenti, tra cui quello relativo all’episodio dello scorso novembre che aveva portato un autista dalla Conerobus a fermare il mezzo perché infastidito da un puntatore laser indirizzato allo specchietto retrovisore da un gruppo di bulli. All’arrivo della polizia, gli agenti erano stati aggrediti e il minore portato in questura. È nella seconda parte del 2021 che si sarebbero concentrate le scorribande del 17enne, concausate – come detto da lui ieri – da un periodo non particolarmente felice derivato da una situazione familiare delicata. 


Chi, invece, ha rigettato ogni contestazione sono i due presunti baby rapinatori arrestati dalla Squadra Mobile per l’episodio avvenuto lo scorso 30 novembre, quando a Largo Donatori di Sangue una studentessa era stata assalita e derubata dell’iPhone. In carcere sono finiti un 16enne e un neo 18enne, entrambi di origine nordafricana. Difesi rispettivamente dagli avvocati Nicoletta Cardinali e Nicoletta Pelinga, nell’interrogatorio di garanzia hanno rigettato gli addebiti, sostenendo di non essere loro i responsabili della rapina. Addirittura, quel pomeriggio non sarebbero neanche stati nella zona a ridosso di piazza Pertini. Il 16enne, tramite il legale, ha anche prodotto una lista di testimoni pronti a rinforzare la tesi difensiva. Tutti e due hanno chiesto di uscire dal carcere o misura cautelare meno afflittiva. Il giudice si è riservato sulla scelta. Stando all’accusa, mentre uno da dietro copriva gli occhi alla vittima, l’altro la spintonava per prendergli l’iPhone, mai ritrovato. Sarebbe stato un testimone, che aveva rincorso i rapinatori, a mettere sulla giusta pista i poliziotti. 

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