ANCONA - Sole e caldo sono sinonimo di vita all’aria aperta. È perciò naturale che come le temperature si fanno più miti nella gente cresca il desiderio di consumare una colazione, un pranzo o un aperitivo comodamente seduta sotto un ombrellone all’esterno di qualche bar o ristorante. Ed è quello che è successo nei giorni scorsi, con tante persone che si sono fermate a bere o mangiare qualcosa nei dehors appartenenti ai locali della spina dei corsi. Dehors ai quali dal primo aprile si potrà accedere anche senza presentare il Green Pass. Ma questo per gli esercenti non appare più un aspetto dirimente.
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Il fattore meteo
Lo è molto di più il meteo.
Tempo limitato
Il rischio è che la gente col bel tempo vada sì a passeggio, ma poi non si sieda ai tavoli, o se si siede spenda di meno. Anche Simone Boari della Cremeria Rosa teme «il martello della guerra che incombe e che frena lo sviluppo. Perché diffonde la paura tra le persone».
Ma ci sono pure altre questioni. «L’abolizione del Green Pass per i tavoli all’esterno è sicuramente un buon viatico. Speriamo che il pieno utilizzo dei dehors possa far fare al lavoro uno scatto in avanti. Però forse è arrivato il momento di eliminare qualsiasi tipo di limitazione». Tra l’altro per gli esercenti di corso Mazzini c’è anche il risvolto della medaglia. Perché fine dello stato di emergenza significa anche ritorno alle vecchie regole e quindi a quel vincolo posto dalla Sovrintendenza che consente l’utilizzo dei dehors soltanto da aprile fino a ottobre.
«Questo in prospettiva ci preoccupa – dice Boari – speriamo arrivino buone notizie in questo senso». Infatti la pandemia ha fatto esplodere una dehors mania, che ha portato molti a preferire i tavolini esterni anche d’inverno. Ne ha preso atto il Comune, che per venire incontro ai commercianti intanto ha prorogato di tre messi, fino a fine giugno, il regime semplificato per i dehors. «Il caldo sarà senza dubbio un incentivo per la gente a frequentare i dehors – osserva Simone Governatori del Bar Torino -, ma non mi aspetto variazioni di chissà quale portata. Anche questo inverno avevamo i tavolini fuori sempre pieni. Non solo di ragazzi, anche adulti. La pandemia ha modificato completamente le abitudini. Piuttosto speriamo che il trend non venga frenato dal caro bollette. Da noi vengono tanti universitari che a una bevuta in compagnia per ora non rinunciano. Però se le cose vanno avanti così temo che gli effetti li vedremo pure noi».
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