Ancona, stranieri con il bluff
Stroncato racket permessi facili

Immigrati davanti alla questura di Ancona
Immigrati davanti alla questura di Ancona
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Mercoledì 24 Giugno 2015, 19:49 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 11:45
ANCONA - Immigrati, provenienti soprattutto dal Bangladesh, pagavano fino a 15 mila euro a una presunta gang criminale con base ad Ancona per ottenere un permesso di soggiorno in base a false richieste di assunzioni per lavori stagionali.

Lo scoprì nel 2012 la Squadra Mobile di Ancona in un'inchiesta coordinata dal pm Rosario Lioniello. Ora 21 persone, che respingono le accuse, rischiano un processo davanti alla Corte d'Assise di Ancona per violazione di norme relative all'immigrazione: sei - due italiani e 4 bengalesi - devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il pm ha chiesto per tutti il rinvio a giudizio e il gup Paola Moscaroli deciderà il 3 luglio. Il giudice dovrà pronunciarsi anche sulle eccezioni pregiudiziali sollevate dai difensori tra cui gli avvocati Laura Versace, Gianni Baldoni, Mauro Pellegrini, Massimiliano Orrù, Domenico Liso, Robert Egidi e Pietro Sgarbi: sono state eccepite la nullità di alcuni capi d'imputazione per genericità e l'incompetenza territoriale per altri addebiti. Per gli inquirenti, la gang avrebbe avuto come base un negozio di alimentari di “copertura” gestito ad Ancona da titolari bengalesi: dal 2009 sarebbe riuscita a “regolarizzare” 150-200 immigrati l'anno mediante una fitta rete di complicità che le permettevano di operare anche in altre città come Ravenna, Rimini, Termoli, Perugia e Milano. Tra i “facilitatori” ci sarebbero anche piccoli imprenditori, artigiani e albergatori compiacenti che avrebbero incassato per le false richieste di lavoro fino a 5 mila euro: a usufruire dei permessi sarebbero state personeche, specie dall'estero, prendevano contatti con mediatori della presunta gang prima di arrivare in Italia. Il trucco emerse quando due bengalesi, che avevano pagato senza poi ottenere il permesso, sporsero denuncia dopo essere stati minacciati - uno di loro fu anche picchiato - per aver chiesto indietro il denaro.
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