Quella nave venuta dal Brasile con il tesoro nascosto: i 216 chili di cocaina valgono 20 milioni

Quella nave venuta dal Brasile con il tesoro nascosto: i 216 chili di cocaina valgono 20 milioni
Quella nave venuta dal Brasile con il tesoro nascosto: i 216 chili di cocaina valgono 20 milioni
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Sabato 3 Ottobre 2020, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 14:08

ANCONA - Un’intera nave sotto sequestro, un membro dell’equipaggio arrestato e il rinvenimento di 216 chili di cocaina occultati in un ripostiglio. Sono gli estremi della maxi operazione antidroga compiuta giovedì al porto da varie specialità della Guardia di Finanza e dai carabinieri.

Si è trattato di un blitz interforze coordinato dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Ancona e L’Aquila dopo settimane di approfondimenti e riscontri investigativi. È uno dei sequestri, in termini numerici legati alla polvere bianca, più importanti avvenuti negli ultimi anni nel bacino portuale anconetano.
 
La nave al centro dell’indagine è di tipo mercantile è la Adrienne. Battente bandiera della Liberia, è arrivata al porto mercoledì, trasportando prevalentemente un carico di caolino. 
Gli scali
Prima di approdare nello scalo del capoluogo – stando al tracking online della nave - aveva fatto tappa a Motril, nell’estremo sud della Spagna, e in precedenza in Brasile. La perquisizione del mercantile, lungo 180 metri, ha comportato l’impegno di 50 militari, facenti parte – per il segmento anconetano – del Gico, del Gruppo e del reparto operativo Aeronavale della Finanza. In più, hanno partecipato i carabinieri e le fiamme gialle dei comandi di Chieti. In ausilio ai militari, anche le unità cinofile. Date le dimensioni della nave, l’ispezione si è protratta per ore. Il mercantile è stato setacciato da cima a fondo, in ogni angolo, in ogni possibile nascondiglio della droga. Alla fine, è stata trovata in un ripostiglio sigillato. Sotto sequestro sono finiti 216,68 chili di cocaina, divisa in panetti. A Montacuto è stata condotta l’unica persona arrestata durante il blitz: si tratta di un membro dell’equipaggio della “Adrienne”. L’uomo, uno straniero, si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria, così come la nave su cui era imbarcato. Stando alle ipotesi investigative, il maxi carico di cocaina era destinato a rimpolpare i traffici illeciti della criminalità organizzata abruzzese. Se la polvere bianca fosse stata immessa sul mercato, avrebbe prodotto un giro d’affari di circa 20 milioni. Ma chi avrebbe dovuto occuparsi del transfert di oltre due quintali di droga? E con quale mezzo? Il procuratore capo di Ancona Monica Garulli e quello de L’Aquila Michele Renzo hanno applaudito «l’efficienza delle forze di polizia giudiziaria coinvolte nell’operazione. La loro capacità di progettare ed operare all’unisono ha permesso di moltiplicare l’efficienza dell’intervento e di giungere a un risultato che per una serie di difficoltà operative (fra tutte le enormi dimensioni della nave) non era affatto scontato». 

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