ANCONA - A trovarlo, ormai senza vita, riverso sul pavimento del bagno, è stato il padre. Si era svegliato nel cuore della notte e quando ha aperto la porta, ha compiuto la drammatica scoperta: a terra c’era il figlio, Simone Santoni, stroncato a 43 anni da un malore improvviso.
Nessun dubbio sulle cause del decesso: per quanto inspiegabile, è stato un infarto ad uccidere “Tito”, com’era soprannominato dagli amici, tant’è che, senza bisogno di un’autopsia, è stata già allestita la camera ardente, oggi dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 18 presso la casa funeraria Tabossi in via della Montagnola.
Ex operaio della Fincantieri e grande appassionato di pesca - un hobby che l’aveva portato per un periodo a trasferirsi alle Canarie -, negli ultimi anni aveva deciso di cambiare lavoro e dedicarsi al “suo” mare: d’estate si dava da fare al rimessaggio delle canoe di Portonovo, ma anche a quello del porticciolo di Numana. Adorava il Passetto, le cene con gli amici grottaroli, le uscite in barca e la musica, in particolare quella dei Bandabardò che, su Facebook, lo ricordano così: «Tito, ti abbracciamo in un grande girotondo come ai concerti, buon viaggio». Il 43enne lascia il papà Mario e la mamma Lorenza, con cui viveva al Q2.